Le trasformazioni che stanno investendo il pianeta assumono un andamento così veloce che tutto cambia – senza sosta – direttamente sotto i nostri occhi. L’esempio delle strategie di McDonald’s è utile per capire i mutamenti in atto.
Dopo essere diventato un bersaglio dei No- Global, degli strali di Naomi Klein e di film come “Super Size Me”, l’azienda ha aumentato la propria sensibilità ambientale e sociale: ne è un esempio l’adattarsi a gusti di consumo più consapevoli, con l’introduzione delle insalate nei propri menu. Ma ancora più significativa è stata la rivoluzione – partita dall’Italia – del panino “identitario” (il McItaly) che rappresenta una vera e propria svolta glocal e la possibile declinazione di una strategia vincente per il made in Italy (che non è difendibile con delle situazioni di nicchia, come Slow Food, o con una ludicizzazione del cibo, pensiamo a “Fico”): il made in Italy agroalimentare deve difendersi con una consapevole penetrazione dei mercati mass market.
L’operazione portata avanti da McDonald’s dimostra che il made in Italy può essere una forza vincente nella post-globalizzazione, in grado di assecondare gusti, stili di vita e propensione al consumo sempre più consapevoli ed esigenti.
A cura di Salvatore Santangelo
Fonte: Consortium 2018/01