Direttore Roberto Pardini, quale effetto ha avuto nelle vostre imprese del Pane Toscano DOP la crisi del COVID-19?
“L’attività di panificazione, essendo una produzione di beni alimentari, rientrava fra le attività che dovevano continuare ad operare e i nostri associati hanno lavorato, introducendo tutte le tutele per la sicurezza delle persone. La logistica era a posto, le forniture hanno funzionato, purtroppo quello che ci ha penalizzati è stato il blocco legato ai movimenti delle persone e alle abitudini dei consumatori. I piccoli centri di distribuzione, i panifici autorizzati, hanno continuato a lavorare, forse anche di più, sono invece crollate tutte le forniture. Il canale Horeca si è fermato. A marzo e aprile locali e ristoranti erano chiusi, ed erano chiusi anche gli alberghi. Sono mancate perfino le mense scolastiche. Alle difficoltà del canale Horeca si è aggiunto il crollo delle nostre vendite nella GDO, che ha continuato a lavorare, ma ha risentito della spesa settimanale. E chi si è avvicinato alla grande distribuzione ha scelto prodotti confezionati. Noi lavoriamo molto nella GDO con Coop e Conad, ma vendiamo prodotto sfuso, tagliato al banco da grandi pezzature dove c’è maggior qualità. Ma questa attività è stata fermata”.
Quale sarà l’attività/azione che il Consorzio pensa di mettere in atto per supportare le imprese nel mercato?
“Inutile dire che questa fase ci ha molto penalizzato. Pensiamo al futuro in modo diverso. Abbiamo cominciato uno studio sul packaging, una confezione che mantenga il pane per più tempo. Lo studio era iniziato per l’esportazione del pane, ma adesso potrà essere utile anche per la vendita normale, per la protezione dalla contaminazione. Vorremmo realizzare un prodotto compatibile che abbia caratteristiche di biodegradabilità perché il futuro sarà anche quello di un’accelerata verso l’allontanamento dalle plastiche. Le confezioni comuni in atmosfera modificata che si utilizzano oggi per i prodotti da forno, contengono alcool etilico e si sente quando si apre una confezione. Sarà importante per noi presentare un prodotto al top sia sotto l’aspetto qualitativo, che della sicurezza alimentare”.
Quale sarà l’attività che il Consorzio pensa di mettere in atto per comunicare e informare il consumatore?
“Subito abbiamo realizzato delle mascherine, quelle che dovremo utilizzare per molto tempo, personalizzate con il nostro logo da distribuire gratuitamente al consumatore che ci riporterà il classico bollino con la DOP che trova sul pane, un’idea per fidelizzare i nostri clienti. E lavoriamo molto sui social che si sono dimostrati determinanti per la comunicazione in questa fase particolarmente delicata”.
Quale opportunità potranno cogliere le imprese in questo cambiamento?
“Come Consorzio spingiamo affinché le aziende investano sia in innovazione dei processi produttivi, che in tecnologie. Questa esperienza ha rimodulato il sistema di vendita e ci dovremo adeguare con le richieste nuove del mercato, anche se speriamo che, una volta tornati alla normalità, certe tradizioni non vadano a scomparire, come quella di comprare il pane da forme grandi divise al banco”.
Quale attività possono organizzare le imprese e il Consorzio per rilanciare anche il turismo nel territorio?
“Appena ci saranno nuove aperture per il turismo nei territori della Toscana, riprenderemo con tutte quelle attività di promozione sul territorio che abbiamo sempre fatto, ricominciando da dove siamo stati interrotti, con la nostra presenza nei locali tipici, nelle scuole e nei ristoranti”.
Fonte: Consortium 2020_02