Italia Oggi
Trasformare e modernizzare il settore investendo nelle organizzazioni di prodotto, creare un fondo rischi ad hoc per l’olivicoltura e puntare su una progettazione che non sia più solo ministeriale, ma anche territoriale ed europea. Il neo presidente Unaprol David Granieri, 35 anni, già presidente regionale del Lazio, ha le idee chiare su quello che proporrà al primo cda del 22 luglio. «E’ necessario venire incontro a quanto ci chiede Bruxelles e riattualizzare il settore attraverso le op», ha spiegato. «Le imprese devono essere moderne e solo se i modelli produttivi rispondono a certi requisiti è possibile raccogliere le sfide europee» e intercettare le risorse anche a livello regionale. Il futuro delle imprese passa dalla commercializzazione e per questo voglio preparare il più possibile il tessuto a rispondere, sviluppandolo e passando dalle op». Il territorio è la stella polare del neo presidente, che non nasconde di voler iniziare una nuova fase di programmazione. «Lavoreremo per la solidità dei territori, per una maggiore strutturazione con l’obiettivo di esportare in tutti i territori il modello organizzativo migliore». «Fino ad ora Unaprol si è limitata a una progettazione ministeriale. Io voglio realizzare anche quella territoriale e europea», ha aggiunto. Un altro obiettivo riguarda il credito olivicolo. «Voglio attivare le procedure per la creazione di un fondo rischi apposito per l’olio. Una politica mirata e attenta del credito può aiutare sia per le politiche di commercializzazione e internazionalizzazione sia a riposizionare il settore». Disponibile al dialogo, anche con l’industria, per costruire progetti comuni. A patto, però, che si rispettino determinate condizioni. «Sono disponibile a qualsiasi dialogo per creare percorsi comuni purché sia chiaro che devono essere rispettate le regole di trasparenza, tracciabilità, denominazione di origine e Made in Italy. Se gli agricoltori devono essere succubi di impostazioni dubbie, avrò una posizione pacifica ma chiaramente a tutela delle mie imprese. Il consorzio può essere fondamentale per il rilancio del sistema industriale italiano, ma il prodotto deve essere veramente italiano». Sull’Alta Qualità infine serve una revisione. «Così come è stata proposta non la condividiamo. L’Aq non può avere una provenienza dubbia e per noi deve esserci anche un incrocio con i fascicoli aziendali. Si può fare un ragionamento su una rimodulazione dell’Aq in cui il prodotto sia effettivamente riconosciuto e riconoscibile».
Il mondo dell’olio punti sulle Op