Corriere delle Alpi
Miele a rischio. Soprattutto quello di acacia, la cui produzione è destinata a calare del 90 per cento. L’allarme è lanciato da Carlo Mistron, presidente di Apidolomiti, la società cooperativa che presta servizio agli apicoltori bellunesi. Dopo i problemi legati alla varroa, l’acaro che ha decimato decine di alveari negli ultimi anni, ecco il maltempo a rovinare i piani degli apicoltori bellunesi: «In provincia la produzione è a rischio un po’ ovunque, dal Cadore all’Agordino, dall’Alpago al Feltrino. I problemi sono presto spiegati: le api, che ora sono al culmine della covata, non riescono a bottinare, visto che la pioggia e le temperature rigide permettono loro di restare fuori per poche ore. Così facendo, non hanno il nettare sufficiente perle esigenze della covata. A questo punto, a fare la differenza sono la bravura e l’accortezza di un apicoltore, chiamato a provvedere alla nutrizione delle api per non vedere morire di fame un intero alveare». Il miele delle Dolomiti bellunesi DOP riceve consensi un po’ ovunque. Quest’anno, però, una buona parte della produzione risulta compromessa: «In provincia la fioritura dell’acacia sta raggiungendo il culmine in questi giorni, ma le api non hanno potuto svolgere il loro consueto maltempo. Bene, la produzione di questo miele è compromessa al 90%, visto che si parla di un’altra decina di giorni di tempo non favorevole. Noi continueremo la nostra vigilanza, sperando nel tiglio, nel castagno e nel miele millefiori».
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