“E’ bene ricordare che senza l’agricoltura italiana l’industria italiana non va da nessuna parte”. L’affermazione è di quelle che paiono un pò ovvie. Ma la realtà è tutta diversa. Basta pensare alla contrapposizione quasi costante, in ambito lattiero, fra produttori e aziende di trasformazione, oppure alla lunga lotta sugli Ogm così come sulle etichette, per capire che industria e agricoltori continuano ad avere difficoltà di dialogo. La frase, poi, oltre che non ovvia è anche importante perché a dirla è stato Luigi Pio Scordamaglia, presidente di Federalimentare Confindustria all’apertura dell’edizione 2016 di Fieragricola a Verona, la manifestazione agricola per eccellenza che si è chiusa ieri.
Segno di un cambiamento dei rapporti fra le parti, oppure semplice gesto di cortesia? Difficile dirlo, ma quanto affermato dal vertice di Federalimentare fa pensare e va di pari passo con ciò che ha detto il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, sempre a Verona circa «la qualità che si declina con la sostenibilità ambientale ed economica, perché altrimenti diventa per gli agricoltori italiani impossibile competere su mercati globalizzati». L’edizione di quest’anno di una delle più importanti manifestazioni di settore in Europa, è stata giustamente lanciata come quella «all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità». Non solo in vista della competizione sui mercati nazionali ed europei, ma anche guardando a quelli di tutto il mondo e pensando pure al fatto che da qui a pochi decenni, come è stato detto sempre in Fiera, l’agricoltura dovrà sfamare 9 miliardi di persone. Un obiettivo enorme.
Fonte: Avvenire