La Provincia di Varese
Dal «Parmesan» diffuso ormai in tutti i continenti allo «Spicythai pesto» prodotto negli Usa, la «pizza polla cipolla Basilicata» sfornata in Corea, il «Parma salami» targato Messico e il «Barbera bianco» imbottigliato in Romania. Non manca nulla nella dispensa delle imitazioni che affliggono il Made in Italy alimentare. Coldiretti ne fa l’elenco nel giorno della protesta al Brennero contro le importazioni di bassa qualità spacciate come italiane. Truffe e falsi penalizzano fortemente l’agroalimentare italiano – sottolinea l’organizzazione agricola – sia sul piano dell’immagine che delle opportunità perse. Coldiretti stima che senza i falsi in giro per il mondo, capaci di realizzare un business di sessanta miliardi di euro, l’export tricolore agroalimentare potrebbe crescere di tre volte, così come potrebbero essere creati trecentomila posti di lavoro in più nel settore.
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