La vendemmia del Prosecco deve ancora cominciare e i consorzi hanno già deciso di accantonarne una montagna: 800.000 quintali pari a 600.000 ettolitri di vino cioè 80 milioni di bottiglie. Non è un pettegolezzo dei soliti criticoni che ce l’hanno con le bollicine venete. È un dato emerso, come ha scritto Andrea Passerini sulla Tribuna di Treviso, all’ultima riunione promossa l’altro giorno dalla Coldiretti a Oderzo. Nonostante una brutta grandinata, infatti, la quantità di vino in arrivo rischia di essere così abbondante da abbassare i prezzi perfino al di sotto di quelli già bassi degli ultimi anni.
L’altra settimana, sia pure con un vistoso ritardo rispetto agli allarmi lanciati dagli ambientalisti a suo tempo seppelliti sotto valanghe di «uffa» infastiditi, Luca Zaia era stato netto: «Non possiamo andare avanti a piantare 1.200 ettari l’anno come qualcuno aveva previsto. (…) Da parte mia io decreti di piantare nuovi vigneti non ne faccio più. Basta. Quel che c’è basta, punto. Non vado a massacrare il territorio perché tutti dicono che vogliono piantar vigneto». Non bastasse, ha insistito: «Quando ho firmato il decreto nel 2009 la produzione era di 160 milioni di bottiglie di IGT, e 60 milioni di DOC. Oggi facciamo 600 milioni di bottiglie». Qualche tempo fa sarebbe stato un grido d’esultanza per aver quadruplicato la produzione. Stavolta è sembrato quasi un mea culpa.
Fonte: Corriere della Sera