Dopo una leggera flessione delle vendite nel corso del 2023 il Consorzio di tutela lavora alla promozione di DOP e IGP
È IL ROSSO CHE CREA un`atmosfera di allegria, che fa innamorare tutti, dai giovani in sù. Il Lambrusco rimane il vino italiano forse più conosciuto al mondo, l’alter ego del Prosecco se guardiamo ai grandi numeri.
Nel 2024 il Consorzio di tutela ha come obiettivo quello di recuperare una leggera flessione dei volumi registrati nell’anno appena chiuso, circa il 10%, che non è un vero allarme ma un segnale che nella macchina bisogna registrare qualcosa. Per questo l’organismo di tutela punta a rafforzare le attività di promozione e comunicazione non solo in Italia ma anche all’estero dove viene venduto circa il 60% del prodotto imbottigliato tra DOP (in modo particolare) e IGP.
Il Lambrusco infatti piace soprattutto negli Stati Uniti e a scalare Messico, Germania, Francia, Spagna, Paesi Est Europa, Centro e Sud America, che rappresentano i principali mercati.
Il Consorzio rappresenta 70 produttori e otto denominazioni tra Modena e Reggio Emilia che sono il cuore di produzione delle bollicine rosse: Modena Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castel vetro Doc, Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc, oltre a Reno Doc e Bianco di Castelfranco Emilia lgt.
Un totale di circa 16.600 ettari vitati nelle due province, di cui circa 10.000 dedicati al Lambrusco, e una produzione che, nel 2022 si è attestata su oltre 40 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc. In aggiunta a questi quantitativi, vanno considerati 107 milioni di bottiglie di Lambrusco Emilia lGP, che rientrano nell’ambito del Consorzio tutela Vini Emilia.
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Fonte: QN – Economia e Lavoro