Provincia di Sondrio
Sono circa tremila le forme prodotte in media ogni anno nei quattordici alpeggi delle Valli del Bitto, che mantengono ancora oggi i metodi di produzione tradizionali, senza il ricorso a mangimi o fermenti industriali, aggiungendo il latte della capra autoctona di razza Orobica. «Purtroppo anche noi risentiamo della crisi – afferma il presidente del consorzio a salvaguardia del Bitto storico Paolo Ciapparelli – e poi ricordiamo che il nostro consorzio non riceve aiuti pubblici. I soci mi dicono: spostiamoci nel fondovalle, dove potremmo avere un ritorno commerciale maggiore rispetto a Gerola dove l’affluenza turistica è assai inferiore, ma per noi è importante mantenere il centro del Bitto qui, nella vallata orobica, dove è nato e dove ancora oggi si continua a produrre questo prodotto caseario, conosciuto in tutto il mondo, il bilancio 2012 della società Valli del Bitto Spa, braccio operativo del l’associazione dei produttori dei bitto storico, ha registrato un calo degli introiti causato dalle minori vendite di formaggio effettuate l’anno scorso.Ogni anno è la quantità di forme di formaggio d’alpe prodotte nell’area geografica di origine del Bitto DOP, tra le val di sopra Morbegno e nella Bergamasca. Di ogni annata sono la metà le forme con caratteristiche organolettiche ed estetiche perfette, che vengono avviate alla stagionatura, per alimentare la produzione del Bitto più nobile, di maggiore pregio commerciale.