Corriere della Sera
Alle spalle un anno difficile e davanti un futuro con tante incognite. Questo il bilancio del lattiero-caseario bresciano che ieri si è ritrovato al convegno voluto dall’Unione provinciale agricoltori, dove i rappresentanti della filiera agroindustriale non hanno potuto far altro che confermare come, se si vuole tenere il passo dei cambiamenti, saper prevedere gli scenari e dare risposte rapide diventa vitale per la sopravvivenza di un’azienda e dell’intero settore. E il comparto, di novità all’orizzonte, ne deve affrontare tante: dall’arrivo sui mercati di nuovi player come la Cina che ha stanziato 550 milioni di dollari per costruire nuove stalle, alla fine del regime delle quote latte a partire dal marzo 2015, fino alla gestione delle risorse della nuova Pac. Ma se tutto questo riguarda il futuro, anche se immediato, l’incontro di ieri alla Fiera di Brescia è stato anche l’occasione per fare il bilancio dell’anno che si è appena chiuso. Con Brescia che si conferma prima provincia italiana per produzione di latte, anche se con un calo dello 0,7% rispetto al 2012 (-1,7% la contrazione a livello nazionale) che comunque ha consentito una buona tenuta del prezzo del latte all’ingrosso. Buoni i risultati delle vendite all’estero.