Chianti Classico DOP: due importanti modifiche al disciplinare per rafforzare l’identità territoriale e differenziare l’offerta di qualità
Fin dalla sua fondazione il Consorzio Vino Chianti Classico, la prima associazione di viticoltori nata in Italia, si occupa della tutela, della vigilanza e della valorizzazione della denominazione Chianti Classico. Dal Consorzio per la difesa del vino Chianti e della sua marca d’origine del 1924 al Consorzio Vino Chianti Classico di oggi, l’organismo consortile ha cambiato nome e stili grafici del suo marchio dove da sempre, però, campeggia lo storico simbolo del Gallo Nero. Dal 2005 il logo del Gallo Nero rappresenta l’intera denominazione e si trova su tutte le bottiglie di Chianti Classico. Oggi il Consorzio rappresenta circa il 96% dei produttori della DOP e si conferma uno dei principali referenti delle istituzioni nazionali ed europee per il settore vitivinicolo. La sua organizzazione interna prevede strutture dedicate ad assolvere compiti istituzionali: dal fronte della salvaguardia e dei servizi, che vede impegnato l’ufficio legale, a quello della valorizzazione, affidato all’ufficio marketing e comunicazione. L’intera filiera, dalla produzione delle uve all’imbottigliamento del vino, è sottoposta ad un sistema di tracciabilità i cui dati vengono inseriti in un database informatizzato di pubblica fruibilità: un sistema che permette ai consumatori di tutto il mondo di verificare la provenienza della bottiglia acquistata attraverso il sito web www.chianticlassico.com. Il Consorzio attua, inoltre, un severo controllo sul prodotto confezionato già presente in tutti i canali di vendita, comprese le piattaforme di e-commerce. Un’altra importante attività consta nella ricerca e sperimentazione in ambito agronomico ed enologico che il Consorzio ha svolto, nel corso del tempo, in collaborazione con prestigiosi istituti di formazione e ricerca a livello locale e nazionale. Consortium ha incontrato Carlotta Gori, direttore del Consorzio di tutela.
Due importanti modifiche al disciplinare di produzione per un’ulteriore valorizzazione delle caratteristiche distintive del Chianti Classico DOP: al via il progetto Unità Geografiche Aggiuntive e Sangiovese al 90% per la tipologia Gran Selezione. Nel mese di giugno 2021 l’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti Classico ha approvato, a larghissima maggioranza, un progetto di modifica al disciplinare di produzione della storica denominazione, prevedendo due importanti innovazioni per la valorizzazione dei vini del Gallo Nero. Il progetto, che è stato possibile presentare grazie ad un intenso lavoro del Consiglio di Amministrazione durato alcuni anni, raccoglie l’esigenza, nata in seno allo stesso corpo sociale, di una sempre più ampia valorizzazione delle caratteristiche che distinguono e rendono unica la denominazione del Gallo Nero.
Direttore Gori, ci spiega in particolare l’importante progetto di modifica al disciplinare di produzione che prevede le Unità Geografiche Aggiuntive? La prima proposta di modifica al disciplinare di produzione approvata dall’Assemblea dei Soci riguarda il progetto di suddivisione del territorio di produzione del Chianti Classico DOP in aree più ristrette e dotate di maggiore omogeneità, per arrivare ad indicare in etichetta il nome del borgo o villaggio. Le norme nazionali ed europee in merito ai vini DOP, infatti, consentono che si possa fare riferimento a unità geografiche aggiuntive, identificate all’interno della zona di produzione della denominazione. La seconda modifica prevede l’aumento della percentuale minima di Sangiovese nella tipologia Gran Selezione (min. 90%), sempre per rafforzare il legame con la territorialità.
Quali sono gli obiettivi? Gli obiettivi sono molteplici ma sicuramente, fra i primi, vi è quello di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio, così importante per il Chianti Classico DOP, con la conseguenza di aumentare la qualità in termini di identità e territorialità e consentire al consumatore di conoscere la provenienza delle uve. Non ultimo, il progetto servirà a stimolare la domanda del mercato attraverso la differenziazione dell’offerta. L’introduzione del nome del villaggio o borgo in etichetta servirà infatti ad intercettare e soddisfare l’interesse dei consumatori che, in numero sempre maggiore, desiderano approfondire la conoscenza del rapporto fra i vini del Gallo Nero e il loro territorio di origine.
Quali saranno le UGA del Chianti Classico e cosa le contraddistingue? Le Unità Geografiche Aggiuntive individuate e approvate dall’Assemblea sono: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio e Vagliagli. Sono aree delimitate all’interno della zona di produzione del Chianti Classico DOP, distinguibili in base a criteri specifici quali la riconoscibilità enologica, la storicità, la notorietà e la significatività in termini di volumi prodotti. Crediamo, infatti, che il vino Chianti Classico DOP rispecchi il territorio come un’immagine fotografica in negativo; per questo motivo è così importante sia preservare il suo contesto ambientale e paesaggistico che poterlo raccontare al consumatore nelle sue varie sfaccettature, anche attraverso l’etichetta. Da sottolineare che, in questa prima fase, le Unità Geografiche Aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione, con la disponibilità e l’apertura all’utilizzo anche per le altre due tipologie in un prossimo futuro: una scelta di importanza strategica per rafforzare l’intento delle UGA di rappresentare le eccellenze del territorio, potendo così competere, in modo più incisivo, con i più grandi vini del mondo.
A proposito di Gran Selezione, l’Assemblea ha quindi anche accolto positivamente la modifica della base ampelografica per questa tipologia. Ci spiega come cambierà l’uvaggio? Ad oggi, le tre tipologie di Chianti Classico DOP – Annata, Riserva e Gran Selezione – attingono alla stessa base ampelografica: 80-100% Sangiovese e fino al 20% massimo di vitigni a bacca rossa autorizzati, autoctoni e/o internazionali. Con il nuovo disciplinare, per la tipologia Gran Selezione, cresce la percentuale minima di Sangiovese (min. 90%) e scompaiono, in caso di blend con altri vitigni, quelli internazionali ovvero saranno ammessi solo gli autoctoni a bacca rossa fino ad un massimo del 10%. Fondamentale è, infatti, il legame con il territorio per questa tipologia, l’unica ad essere prodotta con uve esclusivamente di competenza aziendale: per rafforzare il binomio vino-territorio e per connotare di maggiore identità le etichette di Chianti Classico DOP Gran Selezione, è stato approvato l’utilizzo esclusivo dei vitigni autoctoni come complementari al Sangiovese, in quanto maggiormente espressivi e rappresentativi della zona di produzione e della tradizionale viticoltura chiantigiana.
Quali sono oggi i numeri della Gran Selezione? La tipologia Gran Selezione, introdotta con l’ultima revisione del disciplinare di produzione del 2013, è prodotta oggi da ben 154 aziende per un totale di 182 etichette e rappresenta circa il 6% dell’intera produzione di Chianti Classico DOP. Da quando è sul mercato ha riscosso grande interesse del pubblico e ottime recensioni dalla stampa di settore. Recentemente, proprio con questa tipologia, il Chianti Classico DOP ha ottenuto il suo primo 100/100 da una nota firma della critica internazionale.
A cura della Redazione
Fonte: Consortium 2021_03