Gazzetta di Mantova
L’inizio d’estate insolitamente fresco ha un doppio effetto sulla coltura più caratteristica di questo periodo, i meloni. Così come accade per altri tipi di frutta, in particolare l’uva, l’elevata escursione termica tra il giorno e la notte comporta ripercussioni positive sul gusto e sul tasso zuccherino. «Quest’anno – conferma Mauro Aguzzi, presidente del Consorzio del Melone Mantovano IGP– siamo in media tra il 14 e il 15%, un valore piuttosto alto, tenendo conto del fatto che il limite minimo per potersi fregiare del marchio IGP è 12». Già, il marchio Igp: è questa la novità della campagna 2014 dei meloni mantovani, che hanno da poco ottenuto il riconoscimento ed affrontano quindi il primo anno di commercializzazione.
Il riconoscimento della qualità sta aiutando, visto che, e siamo all’altro effetto del clima mite, il consumo di meloni stenta a decollare proprio per il gran caldo che ancora si fa attendere. «La qualità del prodotto è ottima – sottolinea Aguzzi -, lo è stata fin da maggio, anche se abbiamo perso un po’ di tempo per la revisione del piano controlli da parte del ministero. Ora ci stiamo trasformando in consorzio di tutela». Il mercato sta premiando l’introduzione del marchio? «Ci sono buone prospettive – risponde il presidente -, tre o quattro gruppi della grande distribuzione organizzata stanno acquistando Igp, e ci stiamo dando da fare anche sui mercati, seppure su quest’ultimo fronte sia ancora presto per ottenere risultati, lasciando ancora spazio al singolo produttore». Per poter agire in modo incisivo, infatti, serve una massa critica adeguata, che ancora manca, ma che non dovrebbe tardare ad arrivare. In questo momento, infatti, i produttori accreditato sono quattro, anche se ci sono altre 25 aziende certificate, tra produttori e confezionatori, in attesa delle visite di controllo. Nel frattempo, il consorzio procede con un’azione di promozione nei pundi vendita della Gdo e con locandine nei mercati ortofrutticoli, oltre che con pubblicità sulle riviste specializzate.