Nuovo disciplinare per il Freisa d’Asti DOP, l’Astigiano conta 200 ettari di coltivazione
Rinnova il suo disciplinare un’antica denominazione dell’astigiano. Il Freisa d’Asti, Denominazione di Origine Controllata dal 1972, si rinnova nel segno della comunicazione e della semplificazione per andare incontro alle esigenze del mercato. I cambiamenti saranno in vigore già dalla vendemmia del 2021 e mirano a sfruttare le potenzialità del Freisa in uno spettro più ampio. Come vino fermo, superiore, frizzante o spumante la Doc mira ad innovare mantenendo le radici nella sua tradizione secolare. Le origini risalgono infatti a più di cinquecento anni fa, tra Carmagnola e Pinerolo. Sono 200 gli ettari di Freisa coltivati nell`Astigiano, zona nord-ovest, verso il Torinese.
Oggi il Freisa rientra tra le 13 denominazioni tutelate dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, a cui addirittura a metà del novecento dava il nome (si chiamava Consorzio per la difesa dei vini tipici Barbera d’Asti e Freisa d’Asti).
“Il Freisa d’Asti DOP è un antico e nobile vitigno piemontese e la rimodulazione del suo disciplinare è un passaggio importante verso un nuovo orizzonte della sua valorizzazione” commenta l`attuale presidente del Consorzio Filippo Mobrici “Siamo soddisfatti del risultato raggiunto. Ora è necessario che i produttori colgano l`opportunità credendo e investendo nella valorizzazione di una denominazione che può dare grandi soddisfazioni“.
Fonte: Gazzetta d’Asti