L’appuntamento è con una due giorni per parlare di qualità dell’agroalimentare con interlocutori ai massimi livelli, ma la scommessa sul versante cittadino viaggia ancora più in alto: far diventare questo settore uno dei motori principali per il rilancio del capoluogo e della provincia, attribuire al Santa Maria della Scala anche il ruolo di catalizzatore di eventi legati alla storica ricchezza naturale del territorio. È il sindaco Luigi De Mossi, presentando gli eventi del 4 e 5 febbraio su «La Toscana delle qualità» e sulle indicazioni geografiche di fronte al delinearsi della nuova politica agraria comunitaria, a tracciare questo percorso. Una spesso la definizione di «fisiocrazia», richiamando la dottrina economia che poneva l’agricoltura al centro dello sviluppo economico. «L’agroalimentare sarà una delle leve culturali, economiche e sociali per rilanciare Siena – ha detto -, siamo convinti sia un’opportunità fondamentale per le aziende e per i nostri giovani».
A presentare il doppio evento Mauro Rosati, direttore generale di Qualivita che ha promosso il Forum, Angelo Riccaboni, presidente del Santa Chiara Lab e della fondazione Prima che si occupa si sviluppo sostenibile nell’area Euro-Med, Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio di tutela dell’olio extravergine di oliva toscano Igp. Atteso in conclusione della seconda giornata l’intervento del ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, mentre al termine della giornata sulla Toscana delle qualità parlerà l’assessore regionale Marco Remaschi. «Nella seduta del 4 – ha detto Mauro Rosati – ci confronteremo sulla risorsa rappresentata dalla qualità del nostro territorio e del nostro cibo, ricordando anche figure importanti come quelle di Enzo Tiezzi e Giovanni Righi Parenti. Il giorno successivo al meeting tecnico parteciperanno oltre 70 tra consorzi e organizzazioni internazionali, per discutere come sarà il futuro delle eccellenze alla luce della nuova Pac». Riccaboni ha ricordato come «l’Università possa dare moltissimo al territorio sul fronte di ricerca e innovazione. Ovunque si richiedono piccole produzioni di alta qualità legate al territorio: Siena tutto questo lo ha e può essere un modello per il mondo, un’icona dello sviluppo sostenibile». Un fronte su cui la fondazione Prima (che ha un budget di 500 milioni in sette anni da distribuire per ricerca e innovazione ai 19 Paesi soci) ha insediato a Siena, al Santa Chiara Lab, il segretariato nazionale. E sul fronte delle produzioni, Filippi ha ricordato che «in toscana abbiamo un brand fortissimo, ma troppo spesso non riusciamo a tramutarlo in adeguata remunerazione. Qui c’è ora lo scenario naturale per svolgere un lavoro approfondito anche su questo fronte»
Fonte: La Nazione Siena