Il Sole 24 Ore
Una delle notizie interessanti degli ultimi tempi sull’economia giapponese è che finalmente i prezzi dei generi alimentari importati sono ampiamente usciti dalla deflazione e si sono messi a concorrere con i costi dell’elettricità nel guidare il rialzo dell’indice dei prezzi al consumo tanto desiderato da governo e banca centrale. Gli alimentari, secondo l’ultimo rapporto di Nomura Securities, hanno contribuito per 0,35 punti percentuali alla crescita dell’1,3% dell’indice rispetto a un anno fa. È in buona parte una conseguenza del deprezzamento dello yen
, un fenomeno che ragionevolmente avrebbe dovuto far calare le importazioni. Per quelle dall’Italia non è successo: alcune categorie risultano in progresso anno su anno superiore al tasso di indebolimento dello yen e nel complesso i volumi hanno tenuto bene. L’olio d’oliva made in Italy, per esempio, ha registrato un aumento del 51%io dell’export verso il Sol levante a 4,3 miliardi di yen, mentre superiore al 30%io è stata la performance di salumi, prosciutti, cioccolato, acque minerali: il dato generale per il Food & beverage vede un aumento nel 2013 del 27,8% a 94,7 miliardi di yen, sostanzialmente compensativo dell’effetto valutario.