Nessun compromesso sulla qualità, investire sulle certificazioni internazionali. Scegliere pochi mercati ad alto potenziale e puntare su quelli. Presidiare il mercato e prepararsi ad un alto livello di servizio, da soli o in maniera consortile, costruendo una piattaforma distributiva in grado di rispondere ad alti livelli di servizio. L’alimentare italiano ragiona su come fare il salto di qualità. Lo ha fatto ieri, nella sede milanese de Il Sole 24 Ore, che ha ospitato la terza edizione del Forum Food & Made in Italy.
Sebbene il 2014 sia stato un anno positivo, restiamo dietro alla Francia ma anche alla Germania, il cui export nel food & beverage vale oltre 55 miliardi di euro. Praticamente il doppio. Così come la propensione all’export dell’industria alimentare tedesca si attesta al 30%, contro il nostro 20%.
Fonte: Il Sole 24 Ore