Corriere delle Alpi
Il rischio contraffazione c’è ed è sempre dietro l’angolo. Ma bastano pochi accorgimenti per essere sicuri di quello che si porta in tavola. Non c’è altro modo all’infuori di “Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese IGP” per chiamare il vero legume sovrano dell’altipiano di Lamon, che questo fine settimana sarà incoronato re delle produzioni locali Igp dell’area feltrina. Ma ogni giorno dal 1993, e con più attenzione ogni volta che ci si avvicina alla tanto attesa Festa del fagiolo, il Consorzio di tutela raccoglie e analizza ogni segnalazione contro possibili contraffazioni del prodotto, che a volte sono riconducibili a vere e proprie truffe, mentre altre possono essere dovute anche alla semplice disinformazione. Qualche giorno fa due donne hanno segnalato a un produttore di aver visto in un negozio una bella cassa di legumi con scritto “Fagiolo di Lamon”, senza che però ci fosse il marchio del consorzio, l’indicazione del socio produttore e tutte le altre informazioni imposte dal disciplinare per garantire la tracciabilità del prodotto: «A noi non sono arrivate segnalazioni di questo tipo nelle ultime settimane», precisa la presidente Tiziana Penco.
«Ma ricordo che chiunque dovesse notare casi analoghi, deve fare una segnalazione a noi, che poi attiveremo l’Ispettorato repressione frodi o la guardia di finanza. Invito a fare una fotografia e a controllare bene la dicitura riportata sulla cassetta o sul sacco. Tante volte anche solo un articolo può sfuggire».