Una lunga battaglia per salvare l’antica ciminiera dell’ex pastificio Garofalo, il Consorzio Pasta Gragnano IGP pronto a intervenire. Poco prima del lockdown dal Comune era partita l’ordinanza di messa in sicurezza diretta agli eredi della struttura, ma nessuno si era fatto avanti. Un immobile storico, abbandonato, e diventato simbolo del degrado che resta nascosto dalle abitazioni limitrofe. Più evidente è, invece, la torre che svetta sull’intera città e che potrebbe avere una diversa, e neanche tanto, destinazione.
Ad aggrapparsi all’antica ciminiera per tenerla in piedi sono stati Giuseppe Di Massa e Michele Barbato, ovvero il presidente del Centro Culturale Di Nola e uno degli associati. Una serie di richieste erano state protocollate al Comune di via Veneto per chiedere la messa in sicurezza dell’area occupata dai resti dell’ex pastificio Garofalo. Un iter piuttosto complesso era partito dal palazzo istituzionale, per cercare ogni erede della famiglia Sacco, l’ultima che aveva occupato gli antichi locali che hanno contribuito alla storica produzione della pasta. Un’ordinanza sindacale che era tornata al mittente.
«La ciminiera oltre ad avere un valore storico ha anche un posto di prestigio, perché è visibile da ogni parte della città. Tutelare questo simbolo è dovuto a tutti i gragnanesi e, forse, sarebbe di estrema importanza anche per le tante aziende che producono pasta. Ad esempio, una volta riqualificata potrebbe essere “colorata” con tutti i loghi dei pastifici che operano sul nostro territorio». Questa l’idea di Giuseppe Di Massa e Michele Barbato che, pare, incominci a prendere forma.
Un progetto, neanche tanto esoso, che è piaciuto a Giuseppe Di Martino, attuale presidente del Consorzio Pasta Gragnano IGP pronto a collaborare con le istituzioni per trovare una celere soluzione e, forse, “adottare” la ciminiera rimasta orfana e ripudiata. Dal canto suo, anche il sindaco Paolo Cimmino potrebbe far partire presto la richiesta di comodato d’uso gratuito del sito, così da intervenire sulla messa in sicurezza, la pulizia e il ripristino dell’area prima che sia troppo tardi.
Adesso è necessario cancellare quelle orrende macerie su cui poggia il fragile obelisco, in quella che fu la fabbrica di pasta fondata da Alfonso Garofalo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Il pastificio più grande di Gragnano e uno dei maggiori del mondo in quel dato periodo storico. Annesso all’edificio di via Santa Caterina c’erano anche il mulino e la segheria che costruiva gli imballaggi di legno. Degli antichi fasti, oggi, soltanto la ciminiera è riuscita a resistere e continuare a raccontare una grande storia.
Fonte: Metropolis