Direttore Francesco Seghi, quale effetto ha avuto nelle vostre imprese della Finocchiona IGP la crisi del COVID-19?
“La crisi innescata dal COVID-19 ha avuto un forte effetto sulla produzione di Finocchiona IGP, perché è un prodotto utilizzato soprattutto nella ristorazione e il blocco che ha coinvolto il canale Horeca ha portato a un forte calo di richiesta. Nei mesi di marzo e aprile, inoltre, abbiamo cambiato drasticamente le nostre abitudini per effetto della quarantena, in molti hanno scelto di fare la spesa settimanale, privilegiando prodotti diversi da quelli consumati abitualmente. Così le vendite hanno registrato un calo importante del 33%. Con la Fase 2 c’è una ritrovata parziale normalità, ma si registrano ancora forti cali. Questo è un periodo decisamente complicato per tutta la filiera, che deve fare i conti con la stagnazione del prodotto pronto, causata dalle mancate vendite”.
Quali azioni pensa di mettere in atto il Consorzio per supportare le imprese nel mercato?
“Come Consorzio stiamo cercando di capire cosa fare di nuovo in questo periodo così delicato, quali canali sfruttare dal momento che sono venuti a mancare quelli tradizionali e determinanti di promozione come il sistema fieristico. Tutti i grandi appuntamenti annullati, in Italia e all’estero. È difficile la programmazione di nuovi metodi di comunicazione, ma come Consorzio dobbiamo cercare di individuare nuove strategie e pianificare interventi per rilanciare il prodotto”.
Quale sarà l’attività che il Consorzio pensa di mettere in atto per comunicare e informare il consumatore?
“Nel periodo della quarantena le nuove tecnologie sono state determinanti. I social sono diventati lo spazio privilegiato dove proporre e raccontare la Finocchiona IGP, per mantenere il contatto con i consumatori. Adesso è decisivo cercare di capire dove fare business, dove trovare nuovi spazi per attività di presentazione del prodotto, nell’attesa che la situazione torni alla normalità e si recuperino i canali tradizionali. I social network ci hanno consentito di essere seguiti e apprezzati anche in un momento particolarmente difficile. Il nostro sforzo adesso è individuare e pianificare nuove attività di comunicazione per essere pronti a riprendere da dove ci siamo fermati e recuperare tutto quello che abbiamo seminato in questi anni”.
Quale opportunità potranno cogliere le imprese in questo cambiamento?
“In questo cambiamento le aziende dovranno sfruttare l’onda che si è creata dalle nuove modalità di acquisto. Anche le aziende più piccole e meno interessate ad inserire nuove modalità di vendita, hanno sicuramente capito che è necessario adeguarsi ai cambiamenti per fare impresa 2.0. E-commerce e delivery dovranno diventare sistemi adottati da tutti. Di fronte alle difficoltà che ci sono state per la crisi COVID-19, chi non era attrezzato o pronto ha capito che è necessario rivedere il sistema di vendita, e sicuramente noteremo un aumento delle aziende che propongono anche la stessa e-commerce”.
Quale attività possono organizzare le imprese e il Consorzio per rilanciare anche il turismo nel territorio?
“Il turismo enogastronomico in Toscana ha un valore strategico e determinante. Era una delle principali motivazioni delle presenze in questo territorio, con un’offerta molto ricca, fondata su prodotti di qualità come la Finocchiona IGP. Dobbiamo supportare e rilanciare il turismo, ma non sarà facile, perchè dobbiamo fare i conti con cosa succederà. Riprenderemo la collaborazione con l’Unione Regionale Cuochi Toscani che ci hanno sempre supportato. Dobbiamo pensare a rilanciare iniziative di questo tipo per tornare a parlare di territorio e di eccellenze”.
a cura di Elena Conti
Fonte: Consortium 2020_02