Il Comitato Scientifico della Fondazione Qualivita commenta il testo definitivo del nuovo Regolamento UE relativo ai vini, alle bevande spiritose e ai prodotti agricoli a Indicazione Geografica. approvato oggi, 28 febbraio 2024, dal Parlamento europeo riunito in seduta plenaria.
“Il novo regolamento riconosce maggiore importanza al ruolo ed alle funzioni dei gruppi (Consorzi di tutela), prevedendo la possibilità di operare e promuovere i prodotti anche in nuovi contesti di responsabilità, di sviluppo e crescita. Le nuove azioni e attività che i Consorzi di tutela possono sviluppare, proprio partendo dal legame forte e indissolubile con il territorio connaturato al prodotto IG, attraverso il turismo enogastronomico (c.d. Turismo DOP) e gli impegni per la sostenibilità rappresentano una innovazione rilevante e costituiscono opportunità importanti di aumento del valore riconosciuto: per il prodotto a IG , per gli operatori della filiera di produzione, per gli altri operatori dello stesso territorio sensibili ai temi di tradizione, cultura e sostenibilità. Ecco pertanto che, partendo dal territorio e dalla tradizione, il ruolo del Consorzio di tutela supera i confini della “semplice” qualità del prodotto, delle connotazioni della filiera. Intercettando e facendo propria la sempre più pressante richiesta di sostenibilità (ambientale, sociale ed economica), si amplia ad una considerazione allargata del valore del prodotto: IG come valore – anche immateriale – di un territorio e pertanto riconosciuto come “valore comune”, promosso, difeso e condiviso unitamente agli operatori del territorio stesso.”
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Maria Chiara Ferrarese |
“Il nuovo regolamento estende il ruolo dei Consorzi di Tutela al turismo. Garantisce la possibilità di intraprendere azioni di informazione e promozione legate al prodotto e ai servizi turistici della specifica area di produzione delle IG. È Un importante passo nella direzione di rafforzare il connubio tra enogastronomia e turismo: i dati dei turisti confermano la costante crescita di interesse, i Consorzi potranno dare ulteriori stimoli e favorire le azioni sistemiche tra i vari attori della filiera per una più incisiva organizzazione strategica ed operativa tra gli attori territoriali pubblici e privati impegnati nella comunicazione, promozione e valorizzazione del turismo enogastronomico del Belpaese”.
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Roberta Garibaldi |
“La Riforma delle IG è un notevole risultato europeo ed italiano che pone un forte accento sulla maggior tutela ed innovazione dell’intero settore. Segnalo tra le novità introdotte dalla Riforma, fondamentali a mio avviso per rafforzare la tracciabilità e l’anticontraffazione, il nuovo sistema di geo-blocking per impedire l’uso online di contenuti evocativi delle IG, l’obbligo per i trasformatori di indicare la percentuale di prodotto IG, l’introduzione dei codici doganali per ogni singola DOP/IG e l’obbligo di inserire il nome del produttore in etichetta. Queste novità, oltre a quanto previsto nella Riforma per il rafforzamento del ruolo dei Consorzi, maggiore trasparenza, sostenibilità e semplificazione consentono in ultimo di consolidare ed evolvere il sistema IG, accrescere la reputazione dei prodotti di qualità ed informare in modo corretto e trasparente il consumatore finale”.
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Luca Sciascia Istituto Poligrafico Zecca di Stato |
“Una delle parole centrali in ogni discorso economico è: valore. Ne esistono diverse accezioni, alcune anche lontane fra loro ma, quale che sia la prescelta, il suo ruolo è sempre centrale. La nuova riforma europea delle IG apre una prospettiva importante, ancorché non nuova in assoluto, per accrescere il valore dei prodotti a denominazione. Mi riferisco alla (saggia e lungimirante) decisione di assumere come impostazione comune quella propugnata dall’Italia da tempo: nel gergo tecnico del marketing si chiama ingredient branding. Si tratta sostanzialmente di innalzare il valore percepito dei prodotti di marca industriale esplicitando l’uso di un prodotto di qualità come ingrediente, iscrivendone il brand IG nel sistema comunicativo delle etichette. Questa scelta è saggia perché acquisisce un dato di realtà e lo trasforma in opportunità: oggi (e non è un fatto contingente) i prodotti alimentari di marca industriale soffrono proprio sul piano del valore percepito e l’avvalersi del valore aggiunto delle IG potrebbe rivelarsi strategico. È anche lungimirante, perché si intravede la possibilità di innescare in tal modo un circolo virtuoso strutturale, che porterebbe le aziende di prodotti IG a crescere dimensionalmente e anche incultura imprenditoriale, imparando a relazionarsi con realtà più strutturate”.
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Alberto Mattiacci |
“La riforma dei regimi di qualità mira a far convergere verso regole condivise le denominazioni d’origine ed indicazioni geografiche dei prodotti agricoli, e si appresta ad offrire ai segni di qualità maggiore protezione e riconoscimento sia in ambito internazionale ( in particolare all’interno degli Accordi WTO) che sulle interfacce online e in relazione ai nomi di dominio; ad ampliare i poteri e le responsabilità dei gruppi; a preservare le conoscenze e la reputazione dei prodotti anche nel caso in cui tali prodotti siano utilizzati come ingredienti; a tutelare i produttori e i consumatori anche attraverso l’adozione di pratiche sostenibili. Molti sono gli ambiti che dovranno essere completati dall’emanazione di atti esecutivi e delegati rimessi agli interventi della Commissione UE che occorrerà seguire per poter concorrere ancora alla costruzione del sistema che si va delineando”.
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Alessandra Di Lauro |
“La riforma completa la traiettoria di consolidamento di questi importanti strumenti per la competitività del nostro agroalimentare. In particolare, aumentando le responsabilità e le competenze dei consorzi, li vede diventare protagonisti delle progettualità e delle visioni di interi territori e filiere. Diventare motori di progettualità collettive sarà cruciale in molti ambiti: le sfide portate dalla sostenibilità – che è collettiva e richiede collaborazione nelle filiere –, il digitale, la promozione – che richiederanno coordinamento e capacità di raccontare delle identità forti e condivise – e la valorizzazione turistica dei luoghi, ma anche dei saperi delle comunità che li hanno animati”.
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Christine Mauracher Direttrice Agrifood Management & Innovation Lab, Università Ca’ Foscari Venezia |
Fonte: Qualivita