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«L’esperienza dello street food può rappresentare l’elemento originale di un viaggio che tocca tutte le regioni, ma solo nei mercati fiorentini si consuma la cerimonia della nobilitazione del quinto quarto, con trippe e lampredotti, famosi nel mondo, grazie ai numerosi turisti che si avvicinano a questi sapori, invogliati dalle file ai chioschi, dal profumo e dalla sensazione di riuscire ad assaporare l’essenza della città, con una sosta dal trippaio». Mauro Rosati, autore di «Street Food Heroes». Guida al miglior cibo di strada italiano, inizia così l’esaltazione di una delle ricchezze della gastronomia italiana, la più diretta e tra le più redditizie.«Per i fiorentini è un rito, per uomini e donne, giovani e anziani, signori e operai , tutti uguali mangiando un panino al lampredotto. A Firenze, già nel 1400, i Trippai vantavano una corporazione importante ed erano i soli a poter commercializzare il prodotto. Un’altra costante nella tradizione del cibo di strada toscano sono i vinai, un “gottino” di vino rosso dal fiasco e pane e prosciutto». La trippa è solo una tappa, la guida di Rosati tocca l’olio nuovo con le bruschette, le frittelle di riso in Piazza del Campo a Siena, il pecorino toscano Dop e i salumi di cinghiale in Maremma, lo sfratto (mangiare da strada della tradizione ebraica) a Pitigliano. Poi c’è Livorno, con il pesce fritto ma soprattutto con la tradizione del «5&5», la torta di ceci da gustare con panino o focaccina.
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