E’ il Chianti Classico a trainare l’export del vino toscano. In un contesto di incertezza globale, nei primi dieci mesi del 2o18 è risalita l’incidenza del mercato americano – più 13,1% in valore rispetto allo stesso periodo del 2017, 34% degli introiti totali delle DOP toscane – mentre la Germania fa registrare una diminuzione forte (meno 23% sia in valore che in ettolitri) e la Russia una performance ancora peggiore (meno 29% in valore, meno 42% in ettolitri), anche se su quest’ultimo mercato fa comunque meglio di altre regioni. Per inquadrare la tendenza genera le, si può rilevare che pur mantenendo alcuni mercati come saldi punti di riferimento, le esportazioni del vino DOP toscano si stanno gradualmente spostando su mercati più piccoli, geograficamente lontani ma in forte crescita.
La situazione è questa. Ammonta a circa un miliardo di euro il valore generato dalla filiera dei vini DOP (743 milioni) e IGP (183 milioni) della Toscana, pari all’11% del valore nazionale che è di 8,3 miliardi, e nel 2o18 la produzione toscana ha toccato i 2,4 milioni di ettolitri (più 44% sulla vendemmia 2017) a fronte di una media annuale di 2,6 milioni di euro. I dati sono contenuti nell’analisi fatta dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare Ismea, realizzata per conto della Regione, dalla quale si evince che in Toscana si contano 23 mila produttori di uva mentre sono ottomila le aziende che vinificano. Il territorio, è stato spiegato, presenta una grande offerta e al tempo stesso un’ampia frammentazione produttiva che si divide in 52 tra DOC e DOCG (11) e 6 IGP. L’export dei vini Dop negli ultimi anni si è stabilizzato intorno ai 550 milioni di euro. Stati Uniti e Germania si confermano le principali mete di destinazione del mercato delle Dop toscane, totalizzando il 50g,. delle vendite estere, sia a volume che a valore, sebbene con alcune note negative a causa di un rallentamento tedesco. L’analisi delle tendenze recenti relative all’export regionale di vini evidenzia una riduzione dei volumi a partire dal 2014, dopo che nel 2013 si era sfiorato il milione di ettolitri.
Nel 2017 si è registrata una riduzione del 4% e anche per il 2o18 si prospetta un segno complessivamente (poco) negativo, ma a due facce: crescono le esportazioni verso i Paesi non Ue e calano quelle verso i Paesi europei. La crescita in valore, invece, è stata costante fino al 2o15 per poi subire una battuta d’arresto anche se le variazioni sono rimaste contenute. Nel 2017 si è registrato un complessivo meno 1% rispetto all’anno precedente e anche per il 2018, le stime Ismea indicano un ulteriore rallentamento. Un dato che diverge da quello nazionale dove, secondo le elaborazioni effettuate dalla Fondazione Qualivita sui dati Istat resi noti all’ultimo Vinitaly, Usa e Germania sono entrambe cresciute in valore del 4 per cento.
Chi resiste e anzi traina il vino toscano è il Gallo Nero. «Dopo annidi affermazione dei vini toscani all’estero trainati da Bolgheri e soprattutto da Montalcino, i due super cru della Toscana – commenta Luca Sanjust, presidente di A.Vi.To il “consorzio dei consorzi” – il Chianti Classico sta tornando alla ribalta. Mentre cioè il dato complessivo è negativo rispetto agli anni precedenti, il Chianti Classico è due punti percentuali in positivo. C’è una crescita di valore, soprattutto su riserva e gran selezione che stanno trascinando verso l’alto il Gallo Nero. Una sensazione positiva, dunque, con tra l’altro un’attenzione nuova al territorio grazie al progetto e al dibattito sulla zonazione e sulle denominazioni comunali». A confermare le impressioni del presidente di A.Vi.To qualche dato sull’export in Germania, notoriamente mercato da volumi e non da prezzo. La Germania soprattutto, ha perso «peso» come cliente delle Dop ferme toscane, passando da una quota a volume del 24%, calcolata in media agli inizi del decennio in esame, al 19% degli ultimi due anni. Anche in valore la riduzione è piuttosto significativa: dal 20 al 16%. Gli Stati Uniti, di contro, pur avendo mostrato una lieve flessio ne tendenziale sui volumi acquistati, hanno aumentato la spesa garantendosi il 349. degli introiti totali delle DOP toscane. Stati Uniti e Germania rappresentano oltre il 50% del mercato toscano delle Dop sia a volume che a valore, ma come detto si rileva uno spostamento dei flussi dalle destinazioni tradizionali per i prodotti toscani a nuove frontiere in forte crescita.
Fonte: Il Corriere Fiorentino