Il Chianti Classico DOP è un prodotto sostanzialmente distribuito nel canale Horeca, particolarmente legato al territorio e solo in percentuale minima nella grande distribuzione. La crisi del COVID-19, come spiega la direttrice Carlotta Gori , ha subito un contraccolpo nelle piccole e medie aziende che sono la maggioranza dei soci del Consorzio “ma abbiamo segnali positivi che arrivano soprattutto dal Nord America e Germania oltre che dal mercato asiatico. Abbiamo speranza che anche in Italia, con la ristorazione a pieno regime, possiamo ripartire e ritornare alle nostre abituali commercializzazioni”.
Quali sono le attività che il Consorzio Chianti Classico DOP pensa di mettere in atto per supportare le imprese nel mercato?
“Noi ci siamo immediatamente attivati per riconvertire un po’ la nostra attività di promozione attraverso i canali social. Abbiamo istituito in tempi rapidissimi il più grande catalogo internet di Chianti Classico DOP che è composto da ben 140 aziende che hanno attivato collegamenti con gli shop online aziendali. Su questo volume virtuale sono presenti molte informazioni relative all’attività delle imprese e ai loro ulteriori canali di vendita digitale. Il sostegno alle aziende su questo unico canale aperto è stato a mio avviso importante. Inoltre a maggio il Consorzio, unica denominazione in Italia, ha partecipato a “Hopwine”, la prima fiera on-line che ha avuto riscontri molto positivi. Sono state 22 le aziende che hanno sperimentato per la prima volta questa opportunità. Poi a livello di comunicazione abbiamo attivato programmi di proposta al consumatore con il Chianti in abbinamento ad altri ‘Classici’ che appartengono alla nostra cultura come la musica, la letteratura, l’arte. È stato un progetto nuovo, interessante che voleva stare vicino all’appassionato costretto a rimanere all’interno delle mura domestiche”.
Quale sarà l’azione che il Consorzio pensa di mettere in campo per informare il consumatore?
“Maggiore presenza sui social anche attraverso l’organizzazione di degustazioni online che già sono partite con interessanti seminari. Nel medio termine stiamo costruendo un progetto di rilancio anche del territorio del Chianti Classico DOP per attirare e comunicare al consumatore la necessità e l’opportunità di venire nella nostra zona non solo per visitare le cantine, ma anche per fruire di altre opportunità. Per questo ci stiamo impegnando a realizzare eventi sul territorio, da festival musicali a mostre d’arte itineranti”.
Quali opportunità potranno cogliere le imprese in questo cambiamento?
“Noi pensiamo che l’esperienza delle vendite online, che non caratterizzavano una una fetta importante dell’attività delle aziende, possa essere stata una palestra per usufruire in maniera più adeguata di questo canale di vendita. Poi ci auguriamo che le aziende riescano a trovare una linea di unione, che ci sia cooperazione tra il settore agricolo e la parte commerciale perché i problemi di una denominazione come la nostra possano in futuro non essere così marcati”.
Quali attività possono organizzare le imprese e il consorzio per rilanciare anche il turismo nel territorio?
“Ci auguriamo che le aziende possano quanto prima fare squadra per attirare sempre più turisti sul territorio attraverso proposte nuove e innovative, come appunto l’attività prettamente enoturistica legata ad un interesse culturale allargato. Il Chianti è una terra ricchissima di stimoli anche dal punto di vista culturale e noi puntiamo ad avere sul nostro territorio una presenza di consumatori che possano apprezzare anche quest’aspetto. Non dimentichiamoci infine che stiamo lavorando intensamente, nonostante l’emergenza COVID-19, sul nostro progetto di candidatura a patrimonio culturale Unesco del territorio del Chianti Classico DOP con un’analisi ed uno studio approfondito della nostra zona che dovrebbe concludersi alla fine di questa estate. Questa è la prospettiva futura che metteremo in campo”.
Fonte: Consortium 2020_02