Le buone idee si possono copiare e quella dell’Ecuador lo è. Due anni fa il Paese sudamericano, ritenendo di avere molte bellezze naturali e vocazione turistica, ma riconoscendo con realismo di essere conosciuto nel mondo solo per le banane, decise senza imbarazzi di nominare proprio quelle, le banane, come proprie ambasciatrici. Grazie a una campagna di comunicazione innovativa, ventiquattro milioni di tonnellate di banane – questo l’export annuale nel mondo avrebbero portato sulla buccia il «Banana Ambassador», un’etichetta dotata di QR-Code che avrebbe permesso al consumatore attrezzato di smartphone di andare direttamente al video preparato dall’Ufficio del Turismo dell’Ecuador per mostrare le mirabilia del suo paese.
«Ora, ogni volta che qualcuno mangerà una banana, sarà sempre più vicino a venire a visitare l’Ecuador» disse il Ministro del Turismo, anche se non sappiamo quanto le banane abbiano incrementato i viaggi. L’idea però resta valida e a un esperto di branding non potevano sfuggirne le potenzialità. «L’esempio delle banane ambasciatrici dell’Ecuador ci ha suggerito quanto i nostri prodotti possano raccontarci in giro per il mondo a costo zero», spiega Di Robilant, che fra i progetti della Fondazione Italia Patria della Bellezza ha subito inserito quello di un marchio di promozione del Paese che faccia storytelling e valorizzazione del made in Italy attraverso i prodotti agroalimentari.
Fonte: La Stampa