Non si ferma la corsa all’estero del biologico food made in Italy. Con oltre 1,4 miliardi di fatturato, le imprese bio in sei anni, a partire dal 2008, hanno visto crescere le esportazioni di oltre 330%. Un ritmo vertiginoso che, alla vigilia dell’apertura di Sana, il salone internazionale dedicato al mondo dell’agroalimentare biologico e del naturale (nei padiglioni di Bologna Fiere, dal 12 al 15 settembre) conferma la leadership italiana in Europa, con il 10,8% delle superfici agricole dedicate, in costante aumento dal 2011, quando gli ettari sfioravano gli 1,1 milioni di euro: oggi sono quasi 1,4. Il settore vale adesso, con più di 55mila operatori, tra aziende agricole e industria della trasformazione, più di 3,8 miliardi.
E il tumultuoso sviluppo all’estero, senza battute d’arresto, si accompagna a una crescita anche sul mercato italiano, seppure con numeri più modesti: un balzo di poco superiore al 90%, sempre rispetto al 2008 e senza frenate, con la grande distribuzione organizzata che la fa da padrone, con 855 milioni di euro, seguita dai negozi specializzati (761) e dai negozi tradizionali (191). Dati che arrivano dall’Osservatorio sull’agroalimentare di Nomisma, in occasione di una edizione boom del salone, con un aumento del 25% io degli espositori, arrivati a quota 700, e la conferma che l’appeal esercitato oltreconfine dalle imprese italiane non scema. «Il bio made in Italy ha ottime performance – spiega Silvia Zucconi, coordinatrice dell’area agroalimentare di Nomisma soprattutto perché è in grado di offrire qualità, innovazione, garanzie aggiuntive: prima fra tutte la tracciabilità».
Fonte: Il Sole 24 Ore