Si direbbe che il 2018 sia stata un’annata particolarmente felice per il Brunello di Montalcino, a giudicare dai risultati ottenuti alle aste dalle bottiglie firmate Biondi Santi e Casanova di Neri prese in esame questa settimana. Con nove aumenti di prezzo e solo due diminuzioni, la storica azienda che aveva creato il Brunello nella seconda metà del 1800 ha probabilmente realizzato il record dell’annata: il valore delle sue 11 bottiglie, che nel 2017 era già cospicuo (6.416 curo), è salito addirittura a 11.061 con un balzo clamoroso del 72,39%. Invece le tre bottiglie quotate sia nel 2017 che nel 2018 di Casanova di Neri, un’azienda che si è affermata negli ultimi anni con una costante ascesa, hanno ottenuto un apprezzamento.
che sfiora il 15%, molto meno vistoso ma più concreto . L’aumento ottenuto dalle quotazioni delle mitiche riserve di Brunello prodotte da Biondi Santi è infatti d’insolita misura perché in realtà recupera il tracollo che queste avevano subito l’anno precedente, quando avevano perduto oltre il 60% del loro valore. A causare tutti questi sconvolgimenti è stato il turbamento provocato tra gli investitori dal fatto che nel biennio 2017-2018 questo marchio così prestigioso è finito nell’orbita del gruppo francese Epi, controllato da Christopher Descours, che controlla gli Champagne Charles Heidsieck e Piper Heidsieck. E quindi inevitabile chiedersi: questi risultati coinvolgono tutti i Brunello di Montalcino oppure no? A chiarirlo saranno quelli degli altri produttori nella prossima puntata.
Fonte: Milano Finanza