Arriva anche in Italia lo standard IFOAM che CSQA può offrire alle aziende biologiche che vogliono differenziarsi con l’evoluzione della certificazione BIO
A breve verranno festeggiati i primi 50 anni della Federazione Internazionale dei Movimenti per l’Agricoltura Biologica (IFOAM), la prima e unica organizzazione mondiale del biologico, fondata nel 1972 a Versailles – Francia dalle organizzazioni biologiche di 4 Paesi: Francia (Nature et Progress), Inghilterra (Soil Association), Stati Uniti (Rodale Institute) e Svezia (Swedish Biodynamic Association). Oggi IFOAM ha oltre 800 organizzazioni associate di 120 nazioni e territori. Nel 1980 IFOAM ha pubblicato il primo Standard di base per la Produzione e Trasformazione Biologica (Basic Standard for Organic Production and Processing), come riferimento e guida per le organizzazioni associate impegnate nella definizione e nella certificazione di standard biologici.
Questi standard di base sono divenuti negli anni e con il lavoro di IFOAM e dei suoi associati, la fonte principale delle diverse legislazioni internazionali (Codex Alimentarius) e nazionali del bio- Il biologico oltre il biologico Arriva anche in Italia lo standard IFOAM che CSQA può offrire alle aziende biologiche che vogliono differenziarsi con l’evoluzione della certificazione BIO a cura di Antonio Compagnoni, International Relations Organic Production CSQA 81.731 OPERATORI 2.095.380 ha SAU +88% SAU 2010-2020 focus superfici e operatori Il biologico in Italia al 31.12.2020 I principi dell’agricoltura IFOAM: salute, ecologia, giustizia e cura Certificazione BIO +71% OPERATORI 2010-2020 32 :: logico, compreso il primo Regolamento Europeo 2091/92. A partire dal 2014 gli “Standard IFOAM” (poi aggiornati nel 2017 e 2019) fanno parte delle “Norme IFOAM”, insieme ai “Requisiti per l’Accreditamento”. Le Norme sono la base per l’approvazione degli enti di certificazione nell’ambito del programma di Accreditamento. La corrente versione degli Standard è direttamente applicabile dagli enti di certificazione per produttori e prodotti biologici in tutto il mondo.
CSQA ha ottenuto all’inizio del 2021 l’accreditamento IFOAM da parte di IOAS (International Organic Accreditation Services) iniziando a offrire e applicare lo standard alle aziende biologiche italiane.
ALCUNI DATI DEL BIO IN ITALIA
I numeri del biologico in Italia, con la loro continua crescita, parlano da soli. Le superfici certificate Bio sono il 16,6% del totale, con punte in Calabria che superano il 33%, e che ci portano al terzo posto europeo, dopo la Spagna e la Francia che hanno dimensioni medie aziendali molto più grandi. Sul fronte del numero degli operatori oltre 81.000 aziende certificate ci pongono al primo posto in Europa. La nuova strategia europea From Farm to Fork, approvata recentemente dal Parlamento europeo, dà grande importanza all’agricoltura biologica e si pone l’obiettivo di triplicare l’incidenza media delle superfici a biologico in Europa entro il 2030. L’impegno è passare da circa l’8% attuale al 25%, attraverso strumenti politici e finanziari adeguati a raggiungere tale obiettivo, con uno specifico piano d’azione comunitario per il biologico. Se l’Italia rispettasse lo stesso trend entro il 2030, triplicando di fatto le attuali superfici, arriveremmo vicino alla metà delle superfici totali. Al di là del potenziale aumento, già oggi un dato è estremamente significativo per sottolineare la forte rilevanza nel Paese: oltre la metà delle aziende agricole giovani (sotto i 40 anni) sono aziende biologiche. Altro importante indicatore del successo del biologico è il valore del mercato interno, sempre più in crescita – non più solo al Nord e nelle grandi città – aiutato anche da una nuova percezione dell’alimentazione e della salute, come effetto della situazione di emergenza sanitaria che ha coinvolto la popolazione. Si tratta di una dinamica comune in molti Paesi del mondo e che ha ulteriormente favorito l’Italia, vista la naturale propensione all’esportazione agroalimentare di qualità, rafforzando il nostro secondo posto assoluto nel mondo come esportatori di prodotti biologici, di poco inferiori agli Stati Uniti d’America.
LE DIFFERENZE FANNO LA DIFFERENZA
Le normative cogenti del biologico hanno avuto il pregio di uniformare le regole del gioco e far conoscere al grande pubblico questo settore. D’altra parte, vista la complessità e le differenze strutturali e climatiche dei diversi sistemi agricoli locali, sono per forza maggiore un compromesso, spesso tendente al basso. Ne è dimostrazione il nuovo Regolamento Europeo 848/18 che, dopo oltre dieci anni di discussione ed elaborazione, con un processo di trilogo (Commissione, Parlamento e Consiglio) lungo e laborioso, applicato dal primo gennaio 2022, ma senza grandi novità in confronto all’attuale regolamentazione, lasciando molti degli attori istituzionali e del settore insoddisfatti per i tanti compromessi a cui si è arrivati con questo lungo percorso. Quindi il successo del biologico sta ora rischiando di appiattire troppo, sotto un unico sistema normativo e con relativo marchio, tutte le possibili e reali differenze valoriali e qualitative di tante aziende, che non trovano una giusta valorizzazione sul mercato e conseguentemente per i loro prodotti che vanno oltre la normativa cogente e sono più coerenti con i principi del biologico stesso e con le attuali, e sempre più urgenti e impegnative, sfide per raggiungere una vera sostenibilità ambientale e sociale. Lo standard IFOAM si basa sui principi dell’agricoltura secondo IFOAM: salute (Health), ecologia (Ecology), giustizia (Fairness) e cura (Care). Senza entrare nel dettaglio, i punti di principale differenziazione con i regolamenti biologici riguardano in particolare il benessere animale, la biodiversità e la giustizia sociale. In questo contesto va preso atto che in molti mercati biologici dei Paesi oltre le Alpi esistono quote importanti, se non maggioritarie, per loghi privati corrispondenti a standard biologici volontari, per la maggior parte facenti riferimento direttamente o indirettamente agli Standard IFOAM, più ristrettivi delle attuali regolamentazioni. Alcuni esempi: Bioland e Naturland in Germania, Soil Association in Inghilterra, KRAV in Svezia, BioSuisse in Svizzera, ma anche Regenerative Organic Certified e Real Organic Project, standard emergenti attualmente negli Stati Uniti, senza dimenticare l’esempio internazionale di Demeter che qualifica i prodotti dell’agricoltura biodinamica.
Ora anche in Italia è disponibile uno standard IFOAM che CSQA – Ente di certificazione accreditato – può offrire alle aziende che vogliono differenziarsi e valorizzare le proprie qualità ed i propri valori con un “Biologico Oltre il Biologico”.
A cura di Antonio Compagnoni, International Relations Organic Production CSQA
Fonte: Consortium 2021_04