Il biologico, infatti, ha saputo unire alla qualità, alla trasparenza e alla sicurezza di produzioni agroalimentari certificate una serie di principi che si sono fatti vera e propria cultura.
Il Biologico è uscito dalla nicchia (già da molto da tempo): è la sintesi del rapporto annuario Bio Bank, dal 1993, ci propone una fotografia dettagliata del settore biologico in Italia; aziende agricole, aziende di trasformazione, prodotti, agriturismi, ristoranti e molto altro, tutto all’insegna della filosofia “Bio” certificata.
Uno strumento che con il passare degli anni è diventato un’importante chiave di lettura del “mondo biologico” italiano, della sua cultura e di come si è relazionato al comparto agro-alimentare tradizionale. “Per valutare il vero apporto del Bio all’agroalimentare italiano – afferma Rosa Maria Bertino, co-autrice di Tutto Bio 2016 Bio Bank – non bisogna guardare il settore Bio, ma analizzare come e quanto esso ha contaminato tutto il resto”.
Il biologico, infatti, ha saputo unire alla qualità, alla trasparenza e alla sicurezza di produzioni agro-alimentari certificate una serie di principi che si sono fatti vera e propria cultura. Oltre a crescere in valore di anno in anno, questo comparto ha centrato uno dei suoi obiettivi più profondi, diventare elemento trainante delle tendenze di tutto il settore agro-alimentare. Se i pionieri, ancora vent’anni fa, erano visti come una sorta di discendenti dei figli dei fiori, con proposte alimentari ‘al limite della legalità’, adesso sono le grandi aziende che si trovano a rincorrere un consumatore ‘sostenibile’ sempre più alla ricerca di connessioni tra ciò che mangia, lo stile di vita e il pianeta che abita.
Non c’è dubbio che il Bio, oltre al merito di aver ‘ripulito’ un pezzo rilevante del territorio italiano che con la modernizzazione agricola degli anni Settanta aveva subito il fascino della chimica (oggi sono infatti 1,5 i milioni di ettari destinati a queste colture), è stato capace di innovare il concetto di prodotto alimentare. Ma i successi del Bio non si fermano qui; ci sono altri dati oggettivi che testimoniano il processo di crescita: dal 1990 ad oggi siamo passati da poche centinaia a oltre 55.000 operatori, l’export è aumentato del 337% negli ultimi sei anni, mentre i prodotti agroalimentari convenzionali sono cresciuti solo del 31%. Non solo, nonostante negli ultimi anni le frodi del settore siano aumentate, il Bio rappresenta un comparto che può vantare un sistema di controlli pubblico e privato molto efficiente.
Significativo è anche l’atteggiamento della grande distribuzione che dall’indifferenza iniziale è passata oggi a dedicare di intere aree al biologico, per associare la propria immagine a qualità e attenzione all’ambiente. Altri dati difficilmente calcolabili testimoniano l’evoluzione: l’esplosione degli agriturismi, delle fattorie didattiche o dei più innovativi woofer, ovvero lavoratori volontari nelle fattorie biologiche che desiderano un’esperienza all’insegna di valori come sostenibilità e vita rurale.
Valori che rappresentano nel profondo l’agricoltura biologica e che anzi, volendo leggere attentamente i fenomeni, derivano in buona parte dalla capacità che la cultura del biologico ha avuto di contaminare la società influenzando a 360° gradi la vita di tutti.
Se pensiamo inoltre che ad oggi non esiste una vera scuola di formazione Bio e tutto quello che vediamo è il risultato di ‘autodidatti’, ci rendiamo meglio conto del risultato straordinario che questa ‘filosofia’ agricola ha prodotto nella nostra nazione. Per chi si domanda quale sia il fattore determinate di questo successo, la risposta è una sola : i giovani, che agli inizi degli anni Novanta hanno messo in pratica la loro voglia di migliorare la qualità della propria vita e quella della società. Per questo credo che le politiche di Governo che puntano ai giovani in maniera decisa, soprattutto quelle messe in atto proprio in questi giorni dal Ministero dell’agricoltura, possano veramente rappresentare il cambiamento che tutti ci auspichiamo.
Mauro Rosati
Direttore Generale Fondazione Qualivita