E’ difficile comprendere chiunque detesti l’aglio, divino nettare, e la cipolla, avocata nostra: che cosa diventa una cucina orfana di aglio?» domanda lo scrittore- filosofo Guido Ceronetti in “Meditazione vegetariana” confortato, qualora ce ne fosse bisogno, da una massima del Talmud per il quale: «Cinque cose si dicono dell’aglio: soddisfa, riscalda il corpo, fa splendere la faccia, aumenta il liquido seminale ed uccide il verme solitario». Ma non basta, fa anche miracoli visto che è riuscito a dare visibilità internazionale e sviluppo socioeconomico a Rovigo ed ai paesi della provincia, abitati da gente tenacemente legata alla terra ed all’acqua dei due fiumi – il Po e l’Adige – che la delimitano, tanto da essere soprannominato l’oro bianco del Polesine.
E’ appunto, l’aglio bianco polesano – questa la denominazione ufficiale – ricordato da Virgilio nelle “Georgiche” ed insignito nel 2009, a livello europeo, del marchio Dop ovvero di denominazione di origine protetta. Una lunga storia sviluppatasi tra il I ed il V secolo d. C. quando i Romani diedero inizio ad un massiccio intervento di bonifica che incise con forza sulla conformazione e sull’assetto idrogeologico del territorio e rafforzatasi nel tempo. Con fortuna sempre maggiore: lo testimoniano una pubblicazione del XVI secolo dell’Accademia dei Concordi fondata nel capoluogo nel 1580, in cui dopo avere elencato la produzione agricola locale rileva come quest’ortaggio dal bel colore bianco brillante sia particolarmente diffuso nella zona di Selva ed una relazione del 1949 in cui si evidenzia la sua notevole importanza a partire dagli anni Venti.
Oggi ben 29 Comuni sui 50 dell’ambito provinciale fanno parte del Consorzio di Tutela, nato nel 2010 ed impegnato nella valorizzazione e promozione soprattutto all’estero dove ha incontrato il favore del pubblico. Certamente per il profumo delicato dell’aroma intenso ma per nulla invadente, suoi segni distintivi, ma anche per le benefiche proprietà dovute alle tradizionali tecniche di coltura ed alla qualità del terreno alluvionale ricco di magnesio, fosforo, calcio e potassio.
Fonte: Il Gazzettino