A rivelarlo è una ricerca Nielsen, ai consumatori, soprattutto giovani, piacciono i brand sostenibili: al supermercato infatti le perone sono disposte a pagare di più
i prodotti di aziende attente all’ambiente e al sociale, freschi e con ingredienti naturali e biologici, quando si tratta di alimenti, e in confezioni biodegradabili. Dalla ricerca risulta che in Italia, nell’ambito dei beni di largo consumo venduti nella grande distribuzione organizzata, i consumatori propensi a pagare un prezzo premium per brand sostenibili sono il 52%, in crescita dal 44% del 2013 e dal 45% del 2014, mentre a livello globale si sale al 66% (+11% rispetto all’anno scorso). In Europa si tratta del 51%, in Nord America del 44%, mentre nei mercati emergenti la quota si alza, arrivando per esempio in Sud America al 71%, in Africa e Medio Oriente e Pakistan al 75%, in Asia Pacifico e Sudest asiatico al 76 e 80% rispettivamente. Ovunque le fasce d’età maggiormente propense a pagare di più per la sostenibilità sono quelle giovani (il 73% dei Millennial e il 72% della generazione Z).
La sostenibïllità di un prodotto si declina in diversi aspetti che spingono all’acquisto: in Italia, parlando di alimentari, la freschezza e la presenza di ingredienti naturali o biologici incide per il 61% nel comportamento davanti agli scaffali, mentre il beneficio salutistico pesa per il 53%. A confermare ciò c’è l’andamento positivo del biologico, che nel marzo 2015 ha registrato Luna crescita del 14% sull’anno, generando un giro d’affari di 866 milioni di curo, ma anche degli alimenti senza glutine con un +31% (101 milioni), di quelli senza grassi (+10% per 25 milioni) e dell’integrale (a +11%, per 235 milioni). Altri fattori importanti sono il fatto che la società produttrice sia eco-friendly (per il 41%), che il packaging sia a basso impatto ambientale per il 38%, che il brand sia impegnato nel sociale per il 33% e che l’azienda abbia un impatto positivo sulla comunità territoriale locale per il 31%.
Fonte: Italia Oggi