Vino italiano in recupero del 3,5% nel 2021 (-4,1% nel 2020), grazie alla spinta dell’export nei principali mercati internazionali. Migliore potenziale di crescita in Cina (+6,3% annuo), Canada e Giappone (+5,9% annuo)
L’Area Studi Mediobanca, l’Ufficio Studi di Sace e Ipsos hanno pubblicato il primo report congiunto sul settore vino&spirits italiano, dedicato all’analisi dei mercati domestici e internazionali e allo studio delle dinamiche socio-culturali di consumo.
L’evento di presentazione del report è stato un momento importante di confronto tra istituzioni, aziende della filiera, produttori e rappresentanti del settore. Nel talk di apertura Gabriele Barbaresco, direttore Area Studi di Mediobanca, Alessandro Terzulli, chief economist di Sace ed Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos, hanno approfondito i principali risultati dell’indagine. Tra i relatori dell’evento anche Marco Magnocavallo, ceo e co-founder di Tannico; Roberto Castagner, ceo Acquavite S.p.A.; Alessandro Mutinelli, chairman and ceo Iwb; Luca Giavi, direttore generale di Consorzio di Tutela Prosecco Doc; Nadia Zenato, owner Zenato Azienda vitivinicola; Giovanni Mantovani, direttore generale Veronafiere S.p.A.; Gianni Bruno, exhibition manager Wine & Food Vinitaly; Simonetta Acri, chief Mid-Market Officer di Sace.
Maggiori imprese italiane: andamento 2020 e attese per il 2021
Il 2020 dei maggiori produttori italiani di vino ha chiuso con un calo di fatturato del 4,1% (-6,3% il mercato interno, -1,9% l’estero). L’ebit margin ha riportato una lieve contrazione arretrando al 5,8%, rispetto al 6,2% del 2019. L’incidenza del risultato netto sul fatturato ha performato bene, con una leggera variazione dal 4,2% al 4,1%. I vini frizzanti hanno perso più terreno (-6,7%) dei vini fermi(-3,5%). Le cooperative hanno contenuto la flessione al 2%. Il canale Gdo ha visto la propria incidenza salire al 38% rispetto al 35,3% del 2019 (a valore è cresciuto del +2,3%), quello Ho.Re.Ca. si contrae dal 17,9% al 13,4% (-32,7%), mentre wine bar ed enoteche passano dal 7% al 6,7% (-21,5%).
L’online è esploso durante la pandemia: +74,9% le vendite sui portali web di proprietà, +435% per le piattaforme online specializzate, +747% i marketplace generalisti. Nel 2020 gli investimenti nel digital dei maggiori produttori di vino sono aumentati del 55,8%, a fronte di un calo del 14,3% degli investimenti complessivi e del 13,4% della spesa pubblicitaria. Le imprese con fatturato 2020 in aumento hanno venduto vino base (meno di 5 euro) per il 70,8% del loro fatturato; quota che scende al 52,6% all’interno del gruppo di imprese con vendite in calo. Ma lo spostamento verso segmenti più alti appare solo rinviato a quando si assesteranno gli stili di consumo post pandemici.
Fonte: www.repubblica.it