L’olivicoltura in regione si espande su una superficie di 350 ettari con oltre 300mila piante Il Consorzio di tutela riunisce una decina di imprenditori: puntiamo all’indicazione geografica protetta
Il Piemonte? Non solo patria di grandi vini, del riso e delle nocciole ma anche terra di ulivi. Una novità nel panorama agricolo della regione che si sta consolidando, dopo che, dalla fine degli anni Novanta, gli oliveti hanno ritrovato casa in Piemonte. Oggi l’olivicoltura conta circa 350 ettari e 3oomila piante, con una produzione tra i 200 e i 30o ettolitri all’anno.
E sulla spinta della rinascita dell’olivicoltura è nato il Consorzio per la tutela dell’olio extra vergine di oliva Piemonte, che oggi conta una decina di soci, che rappresentano oltre la metà delle superfici coltivate professionalmente e sono dislocati su tutto il territorio regionale: Collina torinese, Monferrato, Saluzzese, Pinerolese e Langhe.
“La presenza dell’olivo nella nostra regione non è una novità; già prima del ‘700, accanto alle vigne, c’erano anche gli oliveti, ma la pianta veniva usata per altri scopi: l’olio per usi religiosi, per illuminare e per produrre grasso”, spiega Marco Giachino, titolare dell’azienda agricola Rio Ceronda di Torino e presidente del Consorzio.
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Fonte: Il Sole 24 Ore