Il paniere dei prodotti italiani ad Indicazione Geografica (IG) ha un valore nutraceutico e nutrizionale. A rilevarlo è un’indagine che ha monitorato i 61.200 lavori scientifici pubblicati nel mondo tra il 2000 e il 2019, di cui ben 17.300 riguardano prodotti IG italiani. La ricerca «Va.Bene – DOP IGP Valore Benessere», certifica i risultati e l’impegno del settore DOP e IGP in chiave benessere e suggerisce linee guida di ricerca e comunicazione per Consorzi e imprese. Dai dati emerge come il 31% dei Consorzi, negli ultimi 10 anni, ha realizzato o partecipato a studi e ricerche su aspetti nutrizionali del prodotto, mentre il 51% ha realizzato attività su caratteristiche nutrizionali, salubrità del prodotto e sostenibilità. Inoltre un Consorzio su cinque ha apportato modifiche al disciplinare per il miglioramento della produzione.
Il lavoro è stato realizzato dalla Fondazione Qualivita con la collaborazione di Nutrafood, il Centro Interdipartimentale di Ricerca Nutraceutica e Alimentazione per la Salute dell’Università di Pisa, con il supporto del Ministero delle politiche agricole. Si è trattato di un approfondimento degli aspetti nutrizionali dei prodotti agroalimentari IG italiani nel contesto della dieta mediterranea, che proprio quest’anno celebra i dieci anni dal riconoscimento come Patrimonio Unesco. In 152 pagine di tabelle, 80 schede e relazioni, lo studio, spiega Lucia Guidi, direttrice del Centro Nutrafood, «evidenzia il valore aggiunto che ciascun prodotto IG ha. Un valore in termini salutistici dati dalla qualità e dal protocollo di produzione, e in termini di tracciabilità e quindi di falsificazione». La ricerca, precisa la direttrice del Nutrafood, si è rivolta «alla concentrazione di fitochimici, quelle sostanze nutraceutiche, che sono caratteristiche distintive, hanno un valore salutistico ma possono essere usate anche come mezzo per la tutela e il riconoscimento delle IG».
Senza voler citare produzioni specifiche, ci sono tutti i protagonisti della Dieta mediterranea: «I prodotti sono tutti una eccellenza per qualità e gusto e contengono molecole che possono fare bene, che hanno un ruolo positivo sullo stato di saluto dell’uomo», aggiunge Guidi. «La presenza di una determinata molecola caratterizza un prodotto e dà unicità. In più, è una chiave per tutelare il prodotto: serve per scoprire le frodi. E i prodotti nutraceutici hanno effetti anche sulla prevenzione di alcune importanti patologie», conclude Guidi. «Su questo aspetto», sottolinea Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita, «si devono concentrare ulteriormente gli sforzi comunicativi dei Consorzi di tutela. Questo valore deve essere comunicato: l’unicità dei prodotti IG e della Dieta Mediterranea, il patrimonio schedato di elementi nutraceutici, che altri non hanno. Non c’è bisogno di semafori o nutriscore, basta comunicare bene i prodotti sani come quelli DOP e IGP che arrivano da filiere certificate».
Fonte: Italia Oggi