Le previsioni per i vini da tavola italiani sono buone: anche la vendemmia 2016 «darà ottime soddisfazioni». Parola di Sandro Boscaini, presidente di Federvini, che conferma i numeri positivi che già avevano contraddistinto il 2014: il 2015 è stato un anno di nuovi record per la filiera vitivinicola italiana, con le esportazioni che hanno raggiunto quota 7,3 miliardi e un saldo commerciale che ha registrato un avanzo di 5,8 miliardi. In questo quadro l’apporto dei vini di uve è fondamentale, dal momento che incidono sull’export italiano per 5,4 miliardi. E se a livello mondiale continuiamo a essere sul secondo gradino del podio per vini in bottiglia e spumanti – dietro ai francesi – siamo primi per liquori, amari, vermut e aceti.
Nello specifico, per i vini da tavola e di qualità il primo mercato dove esportiamo sono gli Usa (994 milioni), seguono Germania (717) e Gran Bretagna (379). Proseguono bene le bollicine che anche lo scorso anno sono cresciute «con performance eccezionali, segnando +31% di vendite in Gran Bretagna, il primo mercato con 368 milioni di euro», spiega il direttore della fondazione Edison, Marco Fortis. Secondo posto gli Usa con 286 milioni, terzo la Germania con 245. Ma per Boscaini quella del prosecco è un’arma a doppio taglio. La definisce «tendenza preoccupante: impiantando solo prosecco, se non andrà più di moda, cosa faremo?». Domanda rivolta anche alla politica, a cui l’associazione chiede tutele e visibilità a livello internazionale: al proposito sono «molte le aspettative dal Ceta, accordo commerciale Ue-Canada». L’importante, guardando per esempio a un mercato come la Cina, dove l’Italia esporta per 90 milioni (i francesi dieci volte tanto) è «una promozione istituzionale che trasmetta il concetto che l’Italia è la terra del vino», fatta di molteplici varietà interne che sono punto di forza della filiera, anche in fatturato. Basti penserei che circa 2,3 miliardi dell’export derivano da tre province,Verona, Cuneo e Treviso. A livello regionale invece il Veneto si conferma al primo posto con oltre 2 miliardi poi Piemonte (1,4) e Lombardia (1).
Fonte: Avvenire