La Stampa
Il made in Italy agroalimentare che vince ha i piedi ben piantati per terra e questo vale, ancora di più, per il vino. L’ultimo rapporto dell’Inea (istituto nazionale di economia agraria) si può sintetizzare così. Basta leggere i numeri: il valore dei vigneti supera di poco i 20.000 euro per ettaro, come media nazionale, con sensibili differenze tra i terreni di pianura, in genere maggiormente apprezzati dal mercato per la loro fertilità, e le superfici localizzate nelle zone marginali di montagna.
Fatta questa premessa Andrea Povellato, che ha curato la ricerca, mette in evidenza come il valore medio di un ettaro dei vigneti vale più del doppio di un normale terreno ad uso agricolo. Senza dimenticare che «nell’arco di vent’anni il loro valore medio nazionale è più che raddoppiato (+132%), mentre il tasso di inflazione ha segnato un aumento del 72%».Inea non ha ancora messo in campo lo studio del mercato fondiario del 2014 ma secondo Povellato «non ci dovrebbero essere molte differenze rispetto al 2013» anche se ci potrebbe essere per la prima volta dal 2004/2005 un aumento delle contrattazioni.
Giuseppe Martelli, direttore di Assoenologi (l’organizzazione nazionale di categoria dei tecnici del settore) conferma la sostanziale stabilità del mercato che delinea un sistema a due velocità: «Il borsino rimane positivo per quelli che ricadono nelle aree a denominazione di origine conclamate mentre si riscontra un fixing diverso per ciò che concerne le altre zone».