Il mercato del vino, interno ed internazionale, sta affrontando la peggiore crisi dei consumi dal Secondo Dopoguerra, eppure, finora Consorzi e Denominazioni si sono mossi sono riusciti a resistere sia sul fronte dei volumi venduti che dei prezzi. Con qualche scricchiolio, dovuto alla necessità ed alla paura, ma anche a politiche commerciali aggressive e che non tengono conto delle conseguenze a lungo termine di un repentino abbassamenti dei prezzi.
È il caso della Valpolicella, dove Amarone della Valpolicella DOP e Valpolicella Ripasso DOP, allo scaffale, registrano in molti casi un preoccupante abbassamento dei prezzi al pubblico, nonostante una certa stabilità dei prezzi: secondo la Camera di Commercio di Verona l’Amarone della Valpolicella DOP viaggia sostanzialmente nella norma, tra i 700 ed i 750 euro ad ettolitro, con le giacenze che, stando ai dati dell’Icqrf, all’1 luglio si mantengono sui livelli dello scorso anno (-0,4%).
“Siamo preoccupati per l’infittirsi di politiche e atteggiamenti commerciali aggressivi che coinvolgono la nostra denominazione. Per questo non possiamo che biasimare ogni palese tentativo di svilimento del valore delle nostre produzioni oltre la soglia di sostenibilità, in una filiera che fa della qualità e della durevolezza i propri punti di forza”, dice il presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Andrea Sartori, commentando quanto riscontrato su alcuni punti vendita, dove si registra un abbassamento dei prezzi al pubblico di alcuni Amarone (addirittura fino a 7,29 euro a bottiglia) e Ripasso (4,5 euro a bottiglia).
“In una fase congiunturale molto delicata per i vini di alta fascia – spiega Sartori – siamo concentrati a mantenere sani i fondamentali della denominazione: giacenze e prezzo medio per l’Amarone della Valpolicella DOP si mantengono sotto la linea di allarme e sui valori dello scorso anno, inoltre l’assemblea ha adottato dei provvedimenti di tutela per l’intera filiera, anche in vista della prossima vendemmia. Ora – conclude il presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella – l’atteggiamento di pochi rischia di provocare una reazione a catena in cui a pagarne le spese sarà tutta la denominazione e, a lungo andare, anche i consumatori”.
Fonte: WineNews