Diversamente da quanto afferma il luogo comune, in Italia le scelte nei consumi alimentari delle famiglie divergono sempre più. Da una parte c’è attenzione agli acquisti e si fatica ad arrivare a fine mese, dall’altra il potere di spesa aumenta. Le vendite alimentari 2016 sono scese dei -0,5% sull’anno precedente. È un tasso analogo a quello registrato dai consumi complessivi del Paese. Questo affiancamento può essere interpretato come un primo segnale (faticosamente) positivo, dopo che, per anni, le dinamiche delle vendite alimentari si sono comportate peggio di quelle totali. Il fenomeno potrebbe costituire quindi la premessa di un assestamento del trend declinante, in vista di un simbolico recupero nel 2017. Altro sintomo, in questo senso, è il forte restringimento della forbice tra andamento delle vendite nella GDO e nei piccoli esercizi, quando, negli anni passati, il gap fra i due trend oscillava fra i 3 e i 4 punti.
In un contesto difficile, caratterizzato da prevalenti erosioni, va sottolineato comunque un fenomeno positivo, che riguarda proprio i vini. Lo fa emergere il Rapporto Qualivita-Ismea 2016, presentato nel febbraio scorso. Risulta in sostanza che, a dispetto del contesto, la qualità del vino consumato sul mercato interno “tiene bene”. I dati si riferiscono per la verità al 2015, ma sono ugualmente significativi, perché il mercato alimentare del 2015 è stato forse ancora più difficile di quello del 2016.
Ebbene, il Rapporto Qualivita-Ismea evidenzia che le vendite di vini a denominazione certificata hanno raggiunto nel 2015 la quota di 357,7 milioni di ettolitri, cori un incremento marginale (+0,1%) sull’anno precedente. Ne esce un’incidenza stabile, pari al 56,2% su un mercato interno 2016 che ha raggiunto la quota di 636,3 milioni di ettolitri. Le cose si sono mosse meglio in termini valutari. In questa chiave, risulta che le vendite di vini certificati hanno raggiunto nel 2015 la bella quota di 1.295 milioni di euro, con un incremento del +1,5% sull’anno precedente e una quota del 74,7% sul valore complessivo delle vendite totali, pari a 1.734 milioni. L’anno precedente l’incidenza in valore del segmento era stata pari al 73,6%: ne esce quindi un guadagno di oltre un punto che, con i tempi che corrono, non è poco.
Fonte: Civiltà del Bere