La Stampa
Un fenomeno che prende piede e che, nell’ultimo anno, ha registrato una crescita dell’1,2%: si tratta della coltivazione di prodotti etnici nelle campagne italiane,soprattutto del nord. Per osservare con i propri occhi la globalizzazione dell’agricoltura basta farsi un giro fra i campi della Pianura Padana. Secondo i dati Infocamere nel 2011 le imprese agricole condotte da stranieri erano 13.553. E sono sempre di più gli imprenditori agricoli immigrati (soprattutto indiani e bengalesi) che alle nostre preferiscono le verdure dei loro Paesi d’origine, così come i loro acquirenti connazionali. Il pericolo è quello di non riuscire a controllare, anche dal punto di vista legislativo, queste coltivazioni. «Nel 2009 abbiamo sequestrato 20 ettari di terreno coltivati con semi arrivati dalla Cina senza autorizzazione» spiega Giuseppe Vadalà, responsabile del Nucleo agroalimentare del Corpo forestale dello Stato.