Una campagna social con un contest dedicato a giovani chef, il progetto Horeca ristorazione e – ancora – oliveti aperti e attività di formazione negli Istituti alberghieri con più di 2500 studenti coinvolti. Quattro aree e un unico obiettivo, quello di promuovere e valorizzare un’eccellenza ligure come l’olio DOP: l’attività porta la firma del Consorzio Tutela Olio Extravergine di Oliva Riviera Ligure (circa 600aziende attive, 542 patti di filiera siglati e un quantitativo potenziale di olio certificato DOP di 6900 quintali in questa campagna) attraverso il PSR della Regione Liguria con un investimento di 95 mila euro su tre progetti e un contributo del 30 per cento del Consorzio stesso. In più ad affiancare il percorso ci sarà la Fondazione Qualivita.
Si parte il 15 aprile con la qualità dell’Olio DOP Riviera Ligure nell’alta cucina, attraverso il racconto e le ricette di chef famosi: Filippo La Mantia (Oste e Cuoco), Giuseppe Lisciotto (Les Petites Madeleines), Emanuele Petrosino (I Portici) e Maurilio Garola (La Ciau del Tornavento). Quattro eventi esclusivi di degustazione che faranno tappa rispettivamente a Milano il 15 aprile,Torino il 13 maggio, Bologna il 20 maggio, Treiso (Cuneo) il 3giugno.
«Come Fondazione crediamo molto nel rilancio della denominazione geografica del comparto olio – spiega Mauro Rosati direttore generale Qualivita- Nel panorama italiano è forse uno dei più arretrati: nei formaggi, nella carne, nell’ortofrutta c’è stato negli ultimi anni un grande utilizzo delle denominazioni. Nel mondo il consumatore è sempre più attento ai prodotti del territorio, anche nella grande distribuzione, mentre quando andiamo ad acquistare l’olio non ci importa quale olio sia».
Ripartire dalla ristorazione, dai giovani per arrivare a divulgare la cultura dell’olio anche sui social: «Siamo convinti che il settore della ristorazione sia l’ambasciatore naturale di tutti i prodotti di eccellenza del made in Italy legati al food – aggiunge Carlo Siffredi, presidente del Consorzio di tutela – Dobbiamo far passare che l’olio DOP è ben diverso dal “generico” e si basa su una storia forte, una tradizione e una qualità certificata».
Fonte: Il Secolo XIX