Corriere della Sera
Da Shanghai a Lucca per assicurarsi l’olio made in Italy. C’è riuscito il governo di Pechino che attraverso la controllata Bright Food ha rilevato la maggioranza del gruppo Salov. Come dire uno dei maggiori produttori nazionali di olio d’oliva e semi con i marchi Sagra e Filippo Berio per un giro d’affari stimato a quota 330 milioni. A cedere la maggioranza sono i tre rami familiari, quarta generazione del produttore toscano, le storiche famiglie di Dino Fontana e Filippo Berio. Da tempo la Salov cercava una sponda cui attraccare l’attività per darle nuovo impulso e facilitare il passaggio generazionale. Numerosi sono stati i candidati acquirenti dell’azienda che produce 330mila litri di olio al giorno
ed è proprietaria di 270mila metri quadrati di terreni. Ma l’alchimia giusta il presidente Alberto Fontana l’ha trovata con Wu Tonghong, presidente della Yimin, la controllata nella distribuzione del colosso che macina 17 miliardi di dollari. Vero e proprio braccio armato del Governo di Pechino nell’alimentare. Complice l’intermediazione dell’advisor di Salov, Mediobanca ma soprattutto il prezzo che ha battuto le offerte dei concorrenti.