Emilia-Romagna: in regione le olive vengono raccolte a mano, dall’extravergine Colline di Romagna al Brisighella (entrambi a Denominazione di Origine Protetta)
Una tradizione interrotta. Quella dell’olio in Emilia-Romagna è una storia che si è persa qualche secolo fa, a causa, come diremmo oggi, di un cambiamento climatico improvviso. Gli archivi raccontano di un freddo eccezionale e prolungato nei primi decenni del Settecento che bloccò lo sviluppo delle piante facendo scomparire l’olivo dalle nostre terre. Una produzione che, dall’Emilia alla Romagna, parrebbe addirittura risalire all’età villanoviana.
“Le fonti dell’alto Medioevo – spiega il sito di Arpo, l’Associazione regionale tra produttori olivicoli dell’Emilia-Romagna – documentano la coltivazione dell’olivo in forma semi-intensiva in tutti questi territori, unitamente alla presenza di numerose strutture di trasformazione”.
Anche la toponomastica ha traccia di questa storia: Oliveto, il Farneto, Monte Calvo, per non dire di via Oleari a Bologna, dove un tempo si trovavano le botteghe di venditori di olio. Soltanto però nel Novecento si ha la rinascita dei diversi oliveti per la produzione dell’olio extravergine, soprattutto in Romagna. Oggi assistiamo a un vero e proprio rinascimento col recupero delle superfici olivicole scomparse in passato.
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Fonte: La Repubblica – Bologna