La Repubblica – Bologna
Il termine “agricoltura biologica”, secondo il Regolamento CEE 2092/91, e a livello nazionale con il D.M. 220/95, indica un metodo di coltivazione e di allevamento che impiega solo sostanze presenti in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze chimiche, come diserbanti o insetticidi. Per difendere le colture si provvede soprattutto selezionando specie resistenti alle malattie e intervenendo con tecniche quali la rotazione delle colture, mentre come fertilizzante viene utilizzato il letame compostato e altre sostanze organiche come trifoglio o senape. In caso di necessità è possibile intervenire con estratti di piante, insetti o minerali naturali. La massima attenzione viene data anche ai metodi di allevamento.
Il numero dei capi allevabili, infatti, è in relazione con la superficie disponibile per assicurare il benessere degli animali attraverso ampi pascoli, la somministrazione di erba e foraggio biologico e senza ricorrere ad antibiotici, ormoni o altre sostanze che ne stimolino artificialmente la crescita. Inoltre sono vietate manipolazioni genetiche delle razze.