Dalla fronda dei produttori del Consorzio Conegliano-Valdobbiadene DOP delle Rive contro le cantine, alla lotta tra associazioni. Le minacce di commissariamento del Ministero impongono la tregua armata
Il popolo del Prosecco va al voto. Entro il 15 aprile (la data non è stata ancora fissata) sarà convocata l`assemblea dei soci del Consorzio Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore DOP per eleggere la nuova governance: 15 i componenti del cda che a loro volta voteranno il presidente in sostituzione di Innocente Nardi, a fine mandato. Entro i primi di maggio andrà alle urne il Consorzio Prosecco DOP, per riconfermare buona parte del cda che ridarà fiducia al presidente Stefano Zanette, in postazione più che tranquilla.
Il 2020 è stato per il Conegliano Valdobbiadene DOP un anno davvero “horribilis”. Iniziato in gennaio con Lodovico Giustiniani che sfratta dal Comitato Unesco il presidente Nardi, è continuato con la ripetuta posticipazione delle elezioni, a causa della pandemia. E da settembre è proseguito con ribaltoni, ricorsi a giuristi e in tribunale. Una guerra interna conclusa, solo apparentemente, sabato scorso con il cda che ha preso atto delle minacce del Ministero delle politiche agricole di sanzioni pesanti, a cominciare dal commissariamento, se non si fossero riaperte le candidature per la nuova governance.Dal difficile equilibrio all`interno del cda spunta per la presidenza il nome di Franco Adami.
Il I settembre 2020, otto dei 15 componenti il consiglio di amministrazione decidono di costituire una maggioranza fra i piccoli produttori, contrariamente a quella condizionata, a loro avviso, dalle cantine sociali di Conegliano, Vittorio Veneto, Soligo e Valdobbiadene. Sono i produttori delle Rive, quelli della cosiddetta viticoltura eroica, che ritengono i loro sacrifici poco ripagati. Ma i motivi della rivolta sono anche politici e sociali.
Proprio in questi giorni si è palesato lo scontro fra le associazioni di categoria. La maggioranza-Giustiniani ha estromesso dalle candidature un socio, per questioni di tempistica, appartenente alla Coldiretti. L`associazione di Giorgio Polegato ha reagito. Confagricoltura e Cia si sono rivoltate contro. La presidenza della Denominazione fa gola. Coldiretti, vicina alle cantine sociali, vorrebbe mantenere lo status quo e magari ipotecare la leadership del Consorzio. Confagricoltura ha sperato di fare altrettanto piazzando Giustiniani, presidente regionale della confederazione. Francesco Drusian è stato uno dei protagonisti più vivaci della rivolta ed è un dirigente della Cia.
Ma in definitiva chi sarà a sostituire il presidente uscente, Nardi? È più facile dire chi, dopo gli aspri confronti, non sarà. Probabilmente né Giustiniani né Polegato. Difficilmente anche qualche rappresentante diretto delle cantine. Potrebbe farcela, invece, un imbottigliatore al di sopra delle parti. Negli ultimi giorni torna a galla l`ex presidente Franco Adami. Il quale è sì componente di Confagricoltura ma in questa emergenza è rimasto al di sopra delle parti, anzi ha cercato di fare il pacificatore. Se nei prossimi giorni si candiderà, Adami ipotecherà l`esito.
Fonte: La Tribuna di Treviso