E’ appena uscito il nuovo libro di Carlo Petrini, “Terra Madre. Come non farci mangiare dal cibo”, che si aggiunge alla lista delle numerose pubblicazioni sul tema del food.
Opere come “Il dilemma dell’onnivoro” ed “In difesa del cibo” di Michael Pollan, o “La fine del cibo” di Paul Roberts, sono al tempo stesso cause ed effetto della crescente attenzione dei consumatori nei confronti delle tematiche alimentari. Non ho ancora avuto modo di leggere il libro di Petrini, cosa che mi riprometto di fare quanto prima. Ma, avendo avuto l’occasione di “intercettare” diverse interviste di presentazione, mi ritrovo, come spesso accade, a condividere un discreto numero di spunti interessanti. Ma nelle parole di Petrini trovo anche elementi divergenti rispetto alle mie posizioni, il che mi porta a una serie di considerazioni. In primis, una visione dell’agricoltura ancorata esclusivamente ai contadini quando nella maggior parte delle nazioni del Mondo esistono ormai solo imprese agricole. Non è chiaro se queste siano ricomprese oppure no nel progetto di Petrini. Comunque il mio parere è che se oggi esiste un’agricoltura di qualità di livello apprezzabile, lo dobbiamo proprio alle imprese agricole. Evolutesi nel tempo, esse sono diventate realtà capaci di fornirci ancora, e in una dimensione più allargata, prodotti di qualità grazie anche al supporto di strumenti come i consorzi di tutela che rappresentano dei veri avamposti di democrazia alimentare. In secondo luogo, mi colpisce sfavorevolmente questa visione, che anzi potremmo definire un vero e proprio progetto, che prevede, a quanto pare, la scomparsa della grande distribuzione a favore dei mercati locali e di prossimità. La mia considerazione va decisamente in altre direzioni, nel senso che sostengo da tempo la necessità di una vera alleanza con la GDO, indispensabile strumento per offrire all’agricoltura una finestra sul mondo del commercio. Infine la complessità del mondo agricolo e le numerose interrelazioni che questo ha con altre tematiche come il clima, l’inquinamento e le risorse idriche mi fanno pensare che il modello più utile per la causa agricola sia quello della creazione di un network di organizzazioni e di esperienze mondiali. I modelli piramidali hanno fatto ormai il loro tempo; oggi, grazie anche all’avvento del web, il modello della rete, dove ognuno mette a disposizione della collettività la propria esperienza, può rappresentare il vero passo in avanti per l’agricoltura. Ben venga quindi Terra Madre come un importante movimento politico, ma il futuro dell’agricoltura è legato all’impegno di ognuno noi sia come cittadini, consumatori, politici o rappresentanti di organizzazione. È sempre l’insieme che fa la forza.