L’incontro “Non abbocchiamo all’esca” ha riunito questa mattina a Villa Pomela, Novi Ligure, duecento persone tra viticoltori, tecnici, studenti e vivaisti che sono intervenuti per ascoltare i maggiori esperti internazionali delle Malattie del legno, invitati dal Consorzio Tutela del Gavi.
Il seminario dedicato al Mal dell’esca ha evidenziato come non si possano affrontare queste patologie con un’unica tecnica di cura, ma come sia necessario approcciare piuttosto il problema “a sistema” considerando tutti gli aspetti agronomici: scelte di impianto, terreni vocati, barbatelle e porta innesti selezionati, gestione del vigore del vigneto. Senza trascurare evidentemente l’impatto di un clima sempre più imprevedibile nelle ultime stagioni.
Problemi condivisi da tanti produttori che in Italia, tra Mal dell’Esca e Flavescenza Dorata rischiano il 10% del proprio vigneto all’anno. La buona notizia è che il Mal dell’esca – da definire meglio al plurale perché si tratta di una serie di patogeni che colpiscono vigne sempre più giovani – si può prevenire.Attraverso delle scelte e tecniche vivaistiche oculate e soprattutto recuperando la professionalità, il saper fare in vigna, in particolare nelle delicate operazioni di potatura, perché la malattia si manifesta molto più spesso quando ci sono tagli errati.
Il grande patrimonio costituito dal “Vigneto Italia” va tutelato attraverso una conoscenza approfondita delle tecniche di potatura, perché non si hanno ancora abbastanza dati concordi sull’efficacia dei vari prodotti curativi e preventivi. Anche la recente introduzione della tecnica di dendrochirurgia, ovvero l’asportazione dalla pianta del legno malato, pur restituendo segnali incoraggianti non fornisce dati di lungo periodo.
Fonte: Consorzio Tutela del Gavi
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