Pesca di granchi blu nelle acque venete: solo una minima parte ha le caratteristiche per poter essere commercializzato
Dalla pizza al granchio blu ai tagliolini al crostaceo invasore, e poi semilavorati esportati negli Stati Uniti, l’Estremo Oriente affamato che reclama la prelibatezza dalle chele color del cielo. All’inizio dell’estate non lo conosceva (quasi) nessuno, nei mesi estivi è stato il distruttore dell’ambiente, oggi appare quasi una benedizione mandata dal cielo a incrementare i redditi dei pescatori.
“Non è così”, scandisce chiaro e tondo Luigino Marchesini, presidente dei pescatori del Delta del Po, preoccupati dal fatto che la narrazione di possibili ricavi dalla vendita della nuova specie possa oscurare il danno provocato dalla sua comparsa nei nostri mari, nelle lagune e persino nei corsi d’acqua dolce.
“Il granchio blu è solo una catastrofe ambientale, ecologica e soprattutto economica, sociale ed occupazionale. È impossibile la convivenza tra granchio blu e molluschicoltura” dice il referente dei pescatori, che ricorda come il Delta del Po sia la prima area produttiva per vongole veraci in Europa con oltre 20 mila tonnellate annue commercializzate.
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Fonte: Il Mattino di Padova
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