Situata all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, l’abbazia di Chiaravalle è stata fondata nel 1135 da San Bernardo di Chiaravalle. Storicamente è il luogo dove i monaci cistercensi impararono a conservare il latte. Con l’aggiunta di caglio e sottoposto a salatura crearono il formaggio a pasta dura conosciuto oggi come Grana Padano DOP. Proprio nelle caldaie del monastero nacquero infatti i primi caseifici della storia e si formò una nuova figura professionale, quella del casaro.
Per celebrare questa tradizione millenaria lungo il percorso marcite-fieno-bestiame-latte-formaggio – nell’ambito della Festa di Chiaravalle il 7 ottobre il Consorzio Tutela Grana Padano ha organizzato presso il mulino dell’abbazia il processo di caseificazione del “caseus vetus”. Il pubblico ha potuto così assistere alle differenti fasi di produzione: versamento del latte in caldaia, rottura della cagliata con lo spino, riposo sotto siero, estrazione e messa in fascera.
«Il Grana Padano DOP – ha ricordato il presidente del Consorzio Cesare Baldrighi – è un alimento dalle grandi qualità nutrizionali, versatile e adatto a stili alimentari diversi, anche quelli caratterizzati da esigenze specifiche. È completamente privo di carboidrati e di lattosio. Un consumo regolare apporta una quantità significativa di sali minerali e calcio essenziali per la salute»
In accordo con i monaci, presso l’abbazia di Chiaravalle oggi è attivo uno spazio dedicato dove il consorzio promuove la conoscenza dei valori del Grana Padano DOP.
Da oltre sessant’anni, il Consorzio Tutela Grana Padano DOP riunisce produttori, stagionatori e commercianti del formaggio Grana Padano per garantire il rispetto della ricetta tradizionale. Dal 2002 un decreto del ministero delle Politiche Agricole e Forestali riconosce al Consorzio le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi relativi a Grana Padano nella sua natura di prodotto DOP. Nel 2017 sono state prodotte circa 5 milioni di forme.
Fonte: Italia a Tavola