Grana Padano DOP: Sostenibilità ambientale, benessere animale, comunicazione ed export: le sfide della DOP più grande del mondo.
Nel 1954, su iniziativa di Federlatte (Federazione Latterie Cooperative) e di Assolatte (Associazione Industrie Lattiero-Casearie), nacque il Consorzio per la tutela del Formaggio Grana Padano, con l’obiettivo di riunire tutti i produttori, gli stagionatori e i commercianti di questo formaggio. Oggi il Consorzio, che non ha scopo di lucro, si occupa di promuovere e tutelare il Grana Padano in tutto il mondo, esercitando attività di vigilanza sulla produzione e sul commercio del formaggio, per garantire che sulla tavola dei consumatori arrivi sempre un prodotto originale, sano e genuino. Il Consorzio ha sede a San Martino della Battaglia, località nel territorio di Desenzano del Garda, in provincia di Brescia; si trova quindi nel cuore della zona di produzione del formaggio Grana Padano, che si estende lungo tutta la pianura Padana e comprende 32 province dal Piemonte al Veneto, dalla provincia di Trento a quella di Piacenza; la produzione effettiva è oggi concentrata in 13 province. Tra le diverse attività del Consorzio, oltre alla costante battaglia contro l’agropirateria, meritano particolare menzione quelle legate al sociale, sia sotto forma di sostegno diretto verso cause umanitarie, sia sotto forma di solidarietà concreta. Per conoscere le attività e i programmi di valorizzazione di questa eccellenza italiana, Consortium ha incontrato Renato Zaghini, presidente del Consorzio di tutela.
Quali sono le aspettative del Consorzio per il 2021 tenendo in considerazione gli effetti della pandemia?
Verificando una sostanziale stabilità dei consumi domestici, che in Italia e in alcuni Paesi hanno visto nel 2020 una crescita, possiamo dire che tutto dipenderà dalle chiusure di ristoranti e pubblici esercizi, ai quali aggiungerei anche gli hotel.
Quali sono le ultime attività di promozione all’estero del prodotto e le vostre strategie per ripartire dopo la crisi Covid-19?
La situazione provocata dalla pandemia ha rivoluzionato tutta la comunicazione, rendendola anche difficile da programmare per le ripetute e repentine chiusure nella ristorazione e più in generale in tutto l’Horeca Abbiamo cercato, con tutte le limitazioni imposte dalle norme anti Covid-19, di riprogrammare le campagne con maggiore attenzione al consumo domestico, con iniziative nei Paesi dove già è diffuso, puntando dove possibile su promozioni nei punti vendita accanto a spot pubblicitari e alla presenza sui social e online.
Quali sono le tendenze a livello di tipologia di prodotto più apprezzato?
Anche all’estero bene il grattugiato e le stagionature intorno ai 15 mesi. Il Riserva ha risentito del lockdown della ristorazione che nei Paesi maggiori importatori ancora prosegue, ma ha conquistato spazio soprattutto in mercati dove esiste una radicata cultura del consumo domestico di formaggio, come Germania, Francia e Svizzera.
Quali sono gli ultimi dati aggiornati con dimensioni delle esportazioni del Grana Padano DOP?
In questo anno terribile e incerto, dall’export arrivano segnali nel complesso ancora soddisfacenti. A settembre infatti le esportazioni di Grana Padano DOP sono rimaste sostanzialmente stabili, con un -0,2%. Il dato è però il risultato di tendenze molto contrastanti, che vanno dal +4,13% nella UE ad un -13,5% nei Paesi Extra-UE, calo fortemente condizionato dal -41% degli USA, dove la pandemia e il blocco di ristorazione ed Horeca , il principale canale distributivo per il Grana Padano DOP, hanno amplificato l’effetto dei dazi voluti da Trump nell’ottobre del 2019. Nel complesso, nel periodo gennaio-settembre 2020 le esportazioni hanno registrano però un buon +1,87%. Ricordiamo che nel 2019 l’export di Grana Padano DOP era salito a 2.051.125 forme, il primato assoluto, con un aumento del 4,38% rispetto all’anno precedente e una percentuale di poco superiore al 41% sulla produzione marchiata. In particolare 1.545.875 forme erano state vendute nell’Unione Europea, con un incremento del 4,61%, mentre le esportazioni negli altri Paesi hanno segnato un + 3,68% con 505.250 forme esportate.
Quali sono oggi i principali problemi che affrontano i produttori del Consorzio?
Conciliare la produzione con il mercato, con una grande attenzione all’andamento del prezzo del latte, dove occorre mantenere un livello remunerativo, e proseguire negli investimenti sulla sostenibilità ambientale della filiera e il benessere animale, aspetti legati alla qualità del prodotto sempre più importanti per i consumatori. Oltre, naturalmente, all’andamento della pandemia.
Nell’ultima assemblea di dicembre scorso, sono stati ripresi i temi della nuova segmentazione?
Per quanto riguarda le nuove segmentazioni ipotizzate, riteniamo essenziale attendere l’approvazione del Disciplinare di produzione che le prevede e i provvedimenti necessari per la loro introduzione. Possiamo dire che l’esigenza è quella di fornire ai consumatori indicazioni precise sulle stagionature più lunghe e che danno al formaggio caratteristiche tali da renderlo adatto a un consumo in piatti e combinazioni dove il gusto si esalta. Al tempo stesso, crediamo opportuno rendere riconoscibili stagionature intermedie tra il fresco stagionato 9 mesi e il Riserva, per orientare la scelta in base alle esigenze del consumatore.
A cura della Redazione
Fonte: Consortium 2021_01