Limitare l’impronta ambientale della produzione di latticini è possibile, lo dimostra Consorzio Grana Padano.
Quando si addenta un pezzo di formaggio o si grattugia la sua pasta dura sugli spaghetti, difficilmente si pensa a quale impatto sull’ambiente possa avere. Eppure la sua produzione, così come quella di ogni altro alimento, lascia un’impronta ambientale sul nostro Pianeta. Gli effetti negativi che possono avere le produzioni alimentari sono, infatti, molteplici: emissioni di gas serra, impoverimento idrico, consumo di suolo, inquinamento delle acque. Come contrastare tali “esternalità” negative? Prima di tutto misurando l’impatto ambientale della produzione di un bene e poi migliorando e ottimizzando il ciclo produttivo, in modo da diventare più sostenibili. Il Consorzio del Grana Padano DOP, l`ente che dal 1954 tutela il prodotto a denominazione di origine protetta più venduto al mondo, mira proprio a questo.
«Il nostro istituto, che riunisce produttori di latte, caseifici e confezionatori del Grana Padano, punta alla compatibilità tra lo sviluppo delle attività economiche e la salvaguardia dell`ambiente», spiega Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano. «Tra i primi passi che abbiamo compiuto c’è stato quello di sapere quale impronta climatica avesse la produzione di questo storico e tradizionale formaggio a pasta dura». Da una ricerca eseguita dalla facoltà di Scienze Agrarie dell’Università del Sacro Cuore di Piacenza è emerso che l`impronta climatica per la produzione di 1 kg di Grana Padano stagionato 12 mesi oscilla da 10,6 a 14,4 kg CO2e.
Un secondo progetto del Consorzio si chiama LIFE TTGG, The Tough Get Going (i duri cominciano a giocare, e con duri si intende i formaggi) che vede la collaborazione dei dipartimenti di Energia e Design del Politecnico di Milano, del dipartimento di Scienze e tecnologie alimentari per una filiera sostenibile e l’Istituto di Scienze degli alimenti e della nutrizione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Enersem (spin-off del Politecnico di Milano), la Fondazione Qualivita, la Organization for an international Geographical Indications Network e il Centre National Interprofessionnel de l’Economie Latière.
«L’obiettivo di questo lavoro, iniziato nel 2017 e ancora in corso, è sviluppare un software in grado di migliorare l`efficienza di tutta la filiera di produzione del Grana Padano e del francese Comté, i due formaggi DOP su cui è stato appositamente studiato il sistema», spiega Jacopo Famiglietti, coordinatore scientifico del progetto e ingegnere presso il Dipartimento Energia del Politecnico di Milano. «Verrà messo a disposizione dei due Consorzi e permetterà a tutte le aziende associate di valutare la propria impronta ambientale e ricevere suggerimenti su come ridurne l’impatto».
Fonte: Focus