Gli arrosticini d`Abruzzo con le pecore straniere: la Coldiretti interviene per richiamare l’importanza al marchio DOP, ma i produttori si smarcano e insorgono: “Noi vogliamo l`IGP”
L’Abruzzo terra di pastori non esiste più; non ci sono più né pastori né pecore. Tanto che gli arrosticini, prodotto tipico regionale per eccellenza, sono fatti con le pecore straniere e importate soprattutto da Francia, Spagna e Irlanda. Ogni anno arrivano 700mila capi dall’estero. E sugli “stazzi” ormai vuoti si consuma quella che Coldiretti non esista a definire «guerra degli arrosticini». E la prima reazione all`inchiesta della trasmissione “31 minuti” di Rete8 in collaborazione con il Centro andata in onda nei giorni scorsi: un settore che produce un fatturato da quasi un miliardo di euro e che dà lavoro a 12mila addetti si regge sulle pecore straniere. Il risultato è che, adesso, mangiare arrosticini made in Abruzzo è quasi impossibile.
Senza più pecore, in Abruzzo si discute sulla tutela degli arrosticini ed è scontro: un muro contro muro che potrebbe portare a proteste di piazza prima delle elezioni regionali del 10 marzo prossimo. Fra la Coldiretti che evoca la necessità del marchio DOP, che garantirebbe arrosticini fatti completamente in Abruzzo a partire dalla carne, e il partito dell’IGP, come l’Associazione regionale produttori arrosticino d’Abruzzo che rappresenta il 65% dei produttori, che apre alla possibilità di carne estere con un processo di lavorazione in Abruzzo.
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Fonte: Il Centro